Silver Economy, riflessi sul mercato del lavoro

Le attività economiche finalizzate a dare risposta ai bisogni legati all'aumento della speranza di vita possono costituire un'importante risorsa per il Paese: i possibili impatti della Silver Economy sul mercato del lavoro 

Gabriele Fava

L’invecchiamento della popolazione è ormai un fenomeno comune a tutti i Paesi dell’Unione Europea ed è ancor più marcato in Italia, dove assume dimensioni particolarmente considerevoli ed è destinato a crescere in maniera rilevante: si stima che gli over 65, oggi un quarto della popolazione, diventeranno più di un terzo, vale a dire 20 milioni di persone, di cui oltre 4 milioni avranno più di 85 anni. Per consuetudine, l’aumento della longevità è stato sempre associato a prospettive negative, legate in parte all’incremento di condizioni patologiche che necessitano cure non indifferenti, con considerevoli ricadute in termini di spesa sanitaria, e in parte all’incremento della spesa previdenziale volta a sostenere un sempre maggior numero di pensionati. Si registra invece, negli ultimi anni, una progressiva rivalutazione dell’invecchiamento demografico, volta a convertire un possibile problema in un’importante opportunità di crescita per l’economia.

Un’economia basata sui consumi dei silver, della parte ultracinquantenne della popolazione, si sta rivelando come un’occasione per accrescere la competitività dell’economia europea intera, considerando che la popolazione anziana ha a disposizione in tutto il mondo il 70% del reddito disponibile. Si parla, a tal proposito, di Silver Economy, un’economia basata sul soddisfacimento delle richieste della popolazione più anziana, naturalmente diverse dai bisogni avanzati dalla parte più giovane di popolazione. La Commissione Europea, nell’ambito di uno studio condotto nel 2018 diretto a incentivare le opportunità di crescita nascenti dalla Silver Economy, ne ha coniato una definizione come “somma delle attività economiche che rispondono ai bisogni delle persone con 50 o più anni di età, inclusi anche i prodotti e servizi di cui queste persone usufruiscono direttamente e l’ulteriore attività economica che questa spesa genera”, prevedendo a far data dal 2025 un fatturato pari a 6,4 miliardi di euro e l’occupazione di 88 milioni di lavoratori nei settori interessati. Si tratta di un’economia volta a coinvolgere diversi settori economici: non solo settore farmaceutico, servizi per la salute e residenze per anziani, ma anche servizi culturali e ricreativi, viaggi e turismo, alimentazione e enogastronomia, servizi bancari e assicurativi, e, non ultimo, il mercato immobiliare. Basti pensare al profilo dell’ultrasessantacinquenne italiano fornito dall’Istat, provvisto di una casa di proprietà, dotato di mezzi e tempo per aiutare economicamente i familiari, con una vita sociale attiva caratterizzata da uscite con gli amici, sport e vacanze.

Incentivare la Silver Economy rappresenta senza dubbio il motore per rilanciare la crescita economica, anche e soprattutto in Italia, Paese più anziano d’Europa e secondo a livello mondiale, preceduto solo dal Giappone: in tale scenario la tecnologia può svolgere un ruolo determinante, permettendo la creazione di soluzioni innovative e lo sviluppo di una nuova industria fondata su una collaborazione reciproca tra settore privato, settore pubblico e terzo settore: si pensi, ad esempio, all’industria del farmaco che si è adeguata più velocemente di altri settori ai cambiamenti in atto, predisponendo servizi di e-health, dispositivi intelligenti e app. Ciò comporta inevitabili ricadute positive su crescita economica e occupazione, con cospicui vantaggi sia sulla popolazione più adulta, in termini di soddisfazione, sia su quella più giovane, in termini di nuove professioni e nuovi posti di lavoro.

L’obiettivo, dunque, è quello di dare vita a una vera e propria filiera al servizio dell’età e dell’invecchiamento che agisca da leva per il rilancio dell’intera economia. Il fenomeno dell’invecchiamento dovrebbe essere concepito come una formidabile risorsa e opportunità di business: i nuovi bisogni, in termini di servizi e di prodotti che vengono richiesti dai “seniors”, potrebbero condurre alla creazione di nuove imprese e di nuove professioni, permettendo alle società già esistenti di aumentare il volume d’affari, consolidandone l’intera filiera industriale.

La nuova industria, declinata proprio sui bisogni derivanti dalla Silver Economy, avrebbe la peculiare caratteristica di essere creata ad hoc, fornendo offerte commerciali costruite proprio sui bisogni di tale fetta di popolazione. Si pensi al mercato dei viaggi: i più anziani sono maggiormente indirizzati verso viaggi di lusso, crociere, centri benessere o viaggi culturali. Si potrebbero prevedere offerte di pacchetti turistici mirati, in particolare nel turismo destagionalizzato e in quello medico, con una conseguente maggiore occupazione, sia per le attività correlate all’analisi dei bisogni e delle richieste, sia per l’implementazione di soluzioni adeguate alle esigenze rilevate in sede di analisi. Anche la progettazione di ambienti urbani age-friendly può dare vita a mercati di grande potenzialità, diretti a sperimentare soluzioni di rigenerazione urbana rispettosi dell’età avanzata, così come lo sviluppo di tecnologie smart home e internet of things in grado di migliorare l’autosufficienza degli anziani negli ambienti domestici.

Una maggiore sensibilità verso la popolazione over e le sue esigenze porterà, inoltre, all’ampliamento delle opportunità lavorative per varie categorie professionali: a oggi, si stima siano stati creati più di un milione di posti di lavoro, un numero inevitabilmente destinato a salire, non solo nel settore sanitario ma anche nei settori collegati all’adeguamento delle abitazioni alle esigenze della popolazione anziana o allo sviluppo della medicina di precisione.

L’innovazione digitale si rivelerà essenziale ai fini di un più completo sviluppo della Silver Economy tanto da assistere a una maggiore convergenza tra il cambiamento demografico, spostato verso l’invecchiamento, e la trasformazione digitale: la sinergia tra innovazione sociale e tecnologie abilitanti 4.0 aprirà nuovi scenari anche all’interno della Silver Economy. Si pensi, ad esempio, alla robotica in grado di affiancare i caregiver, ma anche di fornire direttamente assistenza agli anziani. Essenziale risulterà essere la convergenza di saperi e la capacità di analizzare grandi moli di dati per creare soluzioni innovative, il più possibile in linea alle esigenze dei “seniors”.

L’invecchiamento, in tale diversa prospettiva, risulta non più associato a conseguenze negative, essenzialmente riconducibili a ricadute sul sistema pensionistico e a un aumento della spesa pubblica per servizi socio-assistenziali, ma emerge come un’importante opportunità da cogliere, alla luce di una rinnovata concezione della longevità, e dove la sinergia tra innovazione tecnologica e sociale si rivela fondamentale per un rilancio dell’economia nel segno di una nuova attenzione alle esigenze della popolazione più anziana.

Gabriele Fava, Socio Fondatore e Presidente dello Studio legale Fava & Associati​

10/12/2019 

 
 
 

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