Casse di Previdenza, gestione finanziaria diretta e sostegno all'economia reale

Le Casse privatizzate dei liberi professionisti sono uno dei maggiori investitori istituzionali del Paese, non solo per le ingenti masse accumulate e per il primario ruolo che svolgono per i propri iscritti, ma anche per la virtuosa gestione degli investimenti che le caratterizza: alcune riflessioni a partire dai dati del Settimo Report Itinerari Previdenziali

Niccolò De Rossi

Il 2020 verrà ricordato certamente come l’anno, purtroppo, della pandemia. Durata e impatto delle sue ripercussioni sono tutt’oggi un’incognita. È per questo che individuare sia il tempo che servirà per tornare al livello di PIL pre COVID-19 sia la forma che potrebbe assumere la ripresa dei mercati finanziari è impresa assai ardua. Le variabili in gioco sono molte e oltretutto estremamente mutevoli. Ma se l’esercizio di ipotizzare ciò che avverrà nel prossimo periodo è complesso, volgere lo sguardo al passato e analizzare quanto accaduto lo scorso anno può consentire di trarre spunti ed evidenze interessanti anche per il futuro. A questo proposito, il Settimo Report "Investitori Istituzionali Italiani: iscritti, risorse e gestori per l’anno 2019" a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, analizza anche il mondo delle Casse Privatizzate dei liberi Professionisti. Partendo infatti dai dati contenuti all’interno dei bilanci pubblicati dalle Casse, le elaborazioni Itinerari Previdenziali restituiscono una serie di informazioni a livello aggregato altrimenti sarebbero difficili da reperire, dando evidenza in particolare alle tipologie di investimenti che le Casse stesse effettuano.

Prima di procedere all’analisi delle modalità di gestione e approfondire la composizione degli investimenti delle Casse di Previdenza è utile segnalare alcuni dati generali che ben ne rappresentano il peso a livello nazionale. Il Report passa in rassegna 19 Casse (con l’esclusione di Onaosi) a cui fanno capo 22 diverse gestioni previdenziali, in quanto INPGI ha in gestione anche INPGI - Gestione separata (cosiddetta INPGI 2) ed ENPAIA gestisce separatamente le pensioni dei Periti Agrari e degli Agrotecnici. Il totale degli iscritti è prossimo a raggiungere 1,7 milioni di professionisti pari circa al 7% della forza lavoro complessiva del Paese e l’attivo patrimoniale, complice sicuramente l’ottimo andamento per l’anno in esame dei mercati finanziari, risulta in crescita di quasi il 7% sul 2018 arrivando a cubare oltre 88,5 miliardi di euro.

Le ingenti risorse accumulate consentono alle Casse dei liberi Professionisti non solo di assolvere al loro primario compito di erogatori di prestazioni previdenziali, ma anche di rafforzare sempre di più le iniziative di welfare a sostegno dei rispettivi iscritti. Un ruolo  da cui derivano importanti responsabilità nella gestione dei propri attivi, dovendo oltretutto garantire all’autorità vigilante e ai Ministeri una sostenibilità di lunghissimo periodo non richiesta a nessun altro ente. A differenza di altri investitori istituzionali di natura previdenziale quali i fondi pensione, anche per il 2019, le Casse di Previdenza mostrano una spiccata preferenza nell’attuare una gestione finanziaria diretta che sfiora l’80% dell’attivo patrimoniale. È interessante allora osservare la composizione dell’attivo investita direttamente, che ne caratterizza fortemente l’asset allocation aggregata. Com'è possibile notare nella seguente figura e in linea con gli anni precedenti, oltre il 50% dell’investimento diretto è effettuato attraverso l’acquisto di quote di fondi tradizionali o alternativi.

Figura 1- Gli investimenti diretti delle Casse dei liberi professionisti (anno 2019)

Figura 1- Gli investimenti diretti delle Casse dei liberi professionisti (anno 2019)

Fonte: Settimo Report Investitori Istituzionali Italiani

Se si confronta il dato con l’anno precedente, oltre a rilevare un aumento nell’utilizzo di OICR, si evince anche una variazione all’investimento nelle diverse tipologie di fondi. Le analisi sui dati 2019 evidenziano una riduzione nell’esposizione a OICR obbligazionari (-4,5% circa) e azionari (-1%) a favore di bilanciati (+5% circa) e fondi total/absolute return. Tale tendenza è uno degli elementi che ben rappresentano quanto la situazione di bassi tassi di interesse che influenza da anni le gestioni finanziarie di tutti gli investitori, indirizzi le risorse verso strumenti che presentano una maggiore componente azionaria o verso fondi che applicano strategie di gestione attiva slegate da benchmark e che dovrebbero dunque riuscire a conseguire un rendimento atteso superiore.

Dalla ricerca di rendimento atteso non può poi che derivare una maggiore assunzione di rischio che è rappresentata anche dal consolidato investimento in Fondi Alternativi (FIA) che, come visto, costituisce circa il 23% dell’investimento diretto. Confrontando l’esposizione alle diverse tipologie di FIA analizzate nel Report rispetto al 2018, non si rilevano sostanziali variazioni se non per la conferma del trend discendente di risorse destinate a fondi immobiliari (peso che scende sotto quota 80%) a favore di fondi di private debt e a impatto sociale.

Figura 2 - Le tipologie di FIA acquistati dalle Casse dei liberi professionisti (confronto anni 2018 e 2019)

Figura 2 - Le tipologie di FIA acquistati dalle Casse dei liberi professionisti (confronto anni 2018 e 2019)

Fonte: Settimo Report Investitori Istituzionali Italiani

Una gestione finanziaria virtuosa ma che non si esaurisce al solo ambito di riferimento di ciascuna Cassa. Oltre infatti alla tendenza a prediligere investimenti volti al sostegno delle rispettive professione, le Casse di Previdenza sono anche uno dei maggiori investitori in economia reale domestica. Il loro impegno a sostegno del “sistema Paese” vale infatti, per il 2019, il 21,36% dell’investimento diretto, in crescita dal 16,31% del 2018. Un dato che consente di comprendere quanto, del risparmio previdenziale e assistenziale, sia reinvestito per sostenere e sviluppare l’economia italiana, secondo un approccio circolare di raccolta del risparmio e reinvestimento in attività che possano sviluppare il benessere, l’occupazione e i redditi, anche per le diverse categorie.

Gli interventi in economia “reale” sono effettuati prevalentemente attraverso l’acquisto di quote di FIA italiani (64,58%), seguiti da azioni italiane e obbligazioni corporate. La figura seguente illustra quindi la ripartizione percentuale delle singole voci sul totale degli investimenti in economia “reale” domestica effettuati dalle Casse di Previdenza con un confronto con il 2018: i FIA si posizionano al primo posto seppur in riduzione rispetto all’anno precedente, seguiti dalle azioni italiane (22,15%) e delle obbligazioni corporate italiane (12,24%). Va ricordato tuttavia che nelle analisi e quindi nel dato complessivo non sono considerati gli investimenti in titoli di Stato (che pure finanziano l’economia nazionale) e gli immobili a uso strumentale. Sono invece ricompresi tra gli strumenti di sostegno all’economia domestica gli investimenti in Banca d’Italia e CDP, stante la funzione istituzionale svolta da Cassa Depositi e Prestiti. 

Figura 3 - Percentuale investimenti in economia "reale" domestica per singolo strumento (confronto anni 2018 e 2019)

Figura 3 - Percentuale investimenti in economia reale domestica

Fonte: Settimo Report Investitori Istituzionali Italiani

Il 2019 ha quindi confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, quanto le Casse di Previdenza abbiano ormai acquisito un ruolo fondamentale non solo per il compito istituzionale che rivestono per i rispettivi professionisti, ma anche per il sostegno che possono dare al Paese tutto. Il difficile anno in corso sarà “solamente” un ulteriore banco di prova per testare la loro resilienza e capacità di gestire al meglio i propri attivi patrimoniali. 

Niccolò De Rossi, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

21/10/2020

 
 

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