Il ruolo degli istituzionali tra evoluzione pandemica e opportunità di investimento nel Paese

Considerata l'ingente quota di risorse di cui il Paese beneficerà grazie al PNRR, anche l'attività degli investitori istituzionali italiani può essere centrale ai fini della ripresa post pandemica, in particolare per la possibilità di finanziare l'economia reale: stato dell'arte e prospettive

Michaela Camilleri

L'ultimo report settimanale di monitoraggio, i cui dati fanno riferimento alla settimana del 22 novembre 2021, evidenzia un aumento costante e generalizzato del numero di nuovi casi di COVID-19, soprattutto sotto i 20 anni ma anche nella fascia di età 30-49 anni. A livello nazionale l’incidenza settimanale ha raggiunto la soglia dei 150 casi per 100mila abitanti. L’indice di trasmissione nazionale (Rt) tende a mantenersi stabile intorno all’1,2, quindi ancora al di sopra della soglia epidemica, il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 7,3% e quello in aree mediche al 9,1%. Stante questa fotografia della situazione epidemiologica attuale, prosegue la campagna vaccinale con l’obiettivo di offrire una più completa copertura in tutte le fasce di età raccomandate e il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo nelle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali vigenti, in particolare gli ultraottantenni e le persone più fragili. 

Gli sforzi per contenere gli effetti di SARS-CoV-2 non vengono solo dal lato sanitario. Sul fronte economico, l’Unione Europea ha risposto alla crisi pandemica con il Next Generation EU, un programma di portata e ambizione inedite, che prevede investimenti per accelerare la transizione ecologica e digitale, migliorare la formazione dei lavoratori e conseguire una maggiore equità sociale. Per l’Italia, si tratta di un’opportunità imperdibile di sviluppo, progettualità e riforme: 191,5 miliardi di euro da impiegare nel periodo 2021-2026 attraverso l’attuazione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Il governo stima che gli investimenti previsti nel Piano avranno un impatto significativo sulle principali variabili macro-economiche: nel 2026 il PIL supererà del 3,6% l’andamento tendenziale e già dal 2024 l’occupazione sarà più alta di 3,2 punti percentuali. 

Figura 1 – I pilastri del PNRR

Figura 1 – I pilastri del PNRR

Fonte: Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza

Per la realizzazione di questo ambizioso progetto, gli investitori istituzionali potranno giocare un ruolo fondamentale se adeguatamente sostenuti nell’attività di investimento nel Paese. Di certo la strada è bene spianata, anche se gli spazi di miglioramento restano ampi: come risulta dall'Ottavo Report sugli investitori istituzionali italiani redatto dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, considerando la quota nella banca conferitaria, in Cassa Depositi e Prestiti e Fondazione Con il Sud, le Fondazioni di origine Bancaria si riconfermano i maggiori investitori nell’economia reale nazionale, con il 44,4% del patrimonio investito; seguono le Casse privatizzate dei Liberi Professionisti, con il 22% in aumento rispetto al 21% dell’anno precedente e al 16,31% del 2018. Più modesta invece la percentuale investita nel Paese da parte di fondi pensione negoziali e preesistenti, che si fermano rispettivamente al 2,58% e al 3,98% del patrimonio destinato alle prestazioni (vale a dire 60,37 e 64,17 miliardi). 

Figura 2 - Come investono fondi pensione, Casse di Previdenza e Fondazioni di origine Bancaria

Figura 2 - Come investono fondi pensione, Casse di Previdenza e Fondazioni di origine Bancaria
Fonte: Ottavo Report Itinerari Previdenziali “Investitori istituzionali italiani: iscritti, risorse e gestori per l’anno 2020”

Ciononostante, va detto che sono in atto importanti progetti nell’ambito dei fondi pensione negoziali, attraverso l’affidamento di mandati di gestione che abbiano una quota investita nell’economia reale italiana, come ad esempio i progetti Iride, Zefiro e il progetto Economia Reale. In quest’ultimo caso, si tratta di un’iniziativa promossa da  Assofondipensione, Cassa Depositi e Prestiti e Fondo Italiano di Investimento SGR, che ha raccolto i primi 68 milioni di euro di sottoscrizioni dai fondi pensione Arco (per 24,4 milioni di euro), Laborfonds (per 30 milioni di euro) e Pegaso (per 14,3 milioni di euro) L’obiettivo di raccolta dai fondi pensione è di almeno 500 milioni di euro, cui si aggiungerebbero anche le risorse che - coerentemente alla propria mission istituzionale - CDP potrà investire al fianco dei fondi pensione nella piattaforma gestita da FII SGR. CDP, a oggi, ha investito in tali fondi risorse per 550 milioni di euro permettendone l’avvio dell’operatività. Il Progetto è stato ideato come una piattaforma di fondi di fondi focalizzati sul private equity e sul private debt, gestiti da Fondo Italiano d’Investimento, SGR partecipata a maggioranza da CDP Equity - rispettivamente rappresentati da FOF Private Equity Italia e FOF Private Debt Italia.

Considerate le ingenti risorse che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza metterà a disposizione, il ruolo di questi importanti player istituzionali del Paese potrà rafforzarsi in questo ambizioso slancio verso la ripresa? Se ne discuterà con i rappresentanti di fondi pensione, Casse di Previdenza e Fondazioni di origine Bancaria in occasione dell’ultimo convegno virtuale organizzato da Itinerari Previdenziali per il 2021 “Recovery Plan, gli investitori istituzionali protagonisti della ripresa”.

Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali 

13/12/2021

 
 

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