Contratti nazionali di categoria: gli "obblighi" del welfare

Le prossime "scadenze" in arrivo sul fronte welfare aziendale e contrattazione collettiva nazionale evidenziano l'importanza di considerare l'erogazione di "quote obbligatorie" di benefit e servizi non come un mero adempimento, ma come un'autentica opportunità

Federico Isenburg

Sono in arrivo scadenze importanti per diverse aziende Italiane: obblighi welfare da rispettare e normative da seguire per non incorrere in sanzioni. Il nuovo Contratto Nazionale Metalmeccanici ha introdotto l’obbligo di corrispondere ad ogni dipendente beni e servizi Welfare del valore di 150 euro a partire da giugno 2018. Una novità importante – quella siglata – in quanto, per la prima volta, il welfare aziendale si pone come elemento chiave nel rinnovo di contratti nazionali di categoria.

Quello metalmeccanico non è però l’unico contratto a essere stato coinvolto da queste importanti novità normative: anche il CCNL Telecomunicazioni è stato letteralmente travolto dal welfare aziendale; solo per l’anno 2018 e a partire dal primo luglio, infatti, tutte le aziende che fanno riferimento a questa categoria contrattuale dovranno erogare  tassativamente  120  euro  di  beni  e  servizi  welfare  ai  propri  collaboratori.

Obblighi normativi certo, ma che evidenziano come la contrattazione collettiva nazionale stia rivestendo un ruolo sempre più importante nella diffusione della cultura del welfare, toccando diverse e sempre più numerose aziende italiane, dalle piccole-medio imprese alle big corporate, con l'auspicio che l'obbligo di legge possa essere spinta e incentivo per la costruzione di piani di welfare aziendale via via più strutturati. 

Un passo sicuramente importante, dunque, anche nel campo del benessere organizzativo. I lavoratori dei settori sopra citati, cui si aggiungono tra gli altri anche orafi e argentieri potranno dunque attingere a diverse tipologie di benefits, che vanno non solo nella direzione di fornire supporti concreti alla vita quotidiana, ma anche quella di favorire la conciliazione della vita lavorativa con quella privata, ad esempio tramite l'introduzioni di servizi rivolti alla famiglia o, ancora, al tempo libero.

Una vera e propria "contaminazione welfare" che sembra essere senza sosta: anche il CCNL Fipe (Pubblici Esercizi, Ristorazione Collettiva e Commerciale e Turismo) impone la definizione di un accordo integrativo sul premio di risultato fra il 2018 e il 2021 e, in mancanza di tale accordo, l'erogazione di un elemento economico di garanzia di 140 euro destinabile a servizi di welfare aziendale.

Federico Isenburg, Founder and Ceo Easy Welfare

26/6/2018

 
 

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