Fondi pensione negoziali, due preziose indicazioni dalle performance di maggio

Volatilità e diretta esposizione alle asset class italiane: le (poco omogenee) performance dei fondi pensione negoziali nel corso del mese di maggio offrono l'occasione anche per alcune considerazioni di più lungo periodo

Leo Campagna

Abbiamo già avuto modo di parlare delle performance dello scorso mese di maggio a proposito delle unit linked dei PIP, sottolineando l’importanza della diversificazione. Ci ritorniamo perché incrociando le performance dei principali indici di Borsa e del mercato obbligazionario si possono ricavare due preziose indicazioni.

Partiamo dalle performance degli indici azionari convertite tutte in euro. Se il Nasdaq composite a maggio ha sfoggiato un +9,01%, l’S&P500 di Wall Street è stato sulla sua scia con un +5,74% e anche l’MSCI world delle Borse mondiali (+3,82%) non ha certo sfigurato. Al contrario, l’Eurostoxxx ha perso il 2,47%, il Ftse All Share l’8,86% e il Ftse Mib il 9,15%. Passiamo all’obbligazionario dove, a fronte di un +4,47% del JPMorgan government bond US index, il JPMorgan EMU government bond index ha perso l’1,24% e il JPMorgan Italy government bond index addirittura il 6,73%. Le performance negative di maggio delle azioni italiane e della zona euro e dei titoli di stato dell’Italia (e in parte della zona euro) sono state trascinate ancora più in rosso dall’indebolimento dell’euro rispetto alle principali valute estere: dallo yen giapponese (+4,25% sull’euro in maggio) al franco svizzero (+4,23%), dal dollaro australiano (+3,75%) al renminbi cinese (+2,6%), dal dollaro USA (+3,5%) alla corona svedese (+2,46%), dal dollaro canadese (+2,29%) alla corona norvegese (+1,34%). 

Proprio queste divergenze di rendimento spiegano come mai, anche all’interno di una medesima categoria di fondi pensione negoziali, siano emerse performance molto differenti a maggio. Per esempio, all’interno dei bilanciati azionari, mentre Alifond dinamico (per i lavoratori del settore alimentare) ha registrato un rialzo del +1,6%, Previmoda Rubino (per gli occupati del settore tessile e abbigliamento) ha chiuso invariato. Tra i bilanciati obbligazionari, invece, Espero Crescita (per i lavoratori del settore scolastico) ha incrementato dello 0,5% il valore mensile della quota, mentre Telemaco prudente green (per gli occupati nelle telecomunicazioni) ha limato la quota dello 0,8%. 

Nell’ambito delle linee bilanciate, Eurofer dinamico (per gli addetti alle Ferrovie dello stato) ha evidenziato un +0,8%, mentre Byblos dinamico (per chi lavora nell’industria della carta) ha lasciato sul terreno l’1,2%. Tra le linee obbligazionarie miste, Fondaereo Prevalentemente obbligazionario protezione (per i piloti e assistenti di volo) ha limitato le perdite mensili allo 0,4% contro il -2,7% che invece ha accusato il valore della quota della linea Cometa Linea sicurezza, il cui benchmark è composto per il 95% dall’indice JPMorgan Italy 5-7 anni e per il restante 5% dall’Eurostoxx 50

Proprio quest’ultima informazione conferma che buona parte delle performance negative di giugno delle linee è dovuta alla diretta esposizione alle asset class italiane e della zona euro. La seconda informazione che si può ricavare dalla lettura delle performance di maggio delle linee dei fondi pensione negoziali è una riflessione sugli effetti della volatilità che, tornata sui mercati dallo scorso mese di febbraio dopo oltre un anno di tranquillità, può rappresentare una potenziale fonte di perdita nel breve termine per tutti gli investitori. Tuttavia, l’impressione è che i più esposti al capitale di rischio (tramite fondi bilanciati e azionari) sembrerebbero comunque avere ancora qualche chances di ricavare rendimenti positivi se sapranno sopportare le oscillazioni di mercato. Al contrario, per gli investitori prevalentemente obbligazionari, le chances appaiono più ridotte alla luce di uno scenario di tassi in graduale aumento (con i prezzi delle obbligazionari che si muovono in direzione opposta ai rendimenti).

Leo Campagna 

23/7/2018

 
 

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