Le Casse dei liberi professionisti dopo COVID-19: iscritti, risorse e investimenti

Nonostante le pesanti ripercussioni della pandemia di COVID-19, i numeri dell'Ottavo Report Itinerari Previdenziali evidenziano un 2020 tutto sommato positivo per le Casse di Previdenza dei liberi professionisti: crescono iscritti, patrimonio e investimenti a supporto dell'economia nazionale

Alberto Brambilla e Alessandro Bugli

La pandemia da COVID-19 non ha interrotto il percorso di costante crescita del numero dei liberi professionisti iscritti alle Casse privatizzate e del patrimonio totale: è quanto emerge dall'Ottavo Report dedicato agli investitori istituzionali da Itinerari Previdenziali, presentato lo scorso 7 settembre a Milano e il giorno successivo a Roma. 

Gli iscritti contribuenti sono - a fine 2020 - 1.692.459 (erano 1.683.458 nel 2019), pari a circa il 7,4% della forza lavoro complessiva del Paese, con un aumento dello 0,53% rispetto all’anno precedente. Nel numero dei contribuenti attivi sono ricompresi circa 89mila pensionati ancora in attività, e che versano un contributo ridotto, e i dipendenti dei settori pubblico e privato iscritti agli albi professionali che versano anch’essi una contribuzione ridotta o forfettaria. Interessante è anche il dato di genere: il numero di donne lavoratrici sul totale degli iscritti ha raggiunto nel 2019, secondo i dati forniti dall’AdEPP, l’associazione delle Casse, il 41%tra gli under 40 tale percentuale sale al 54%, peraltro in modo omogeneo in tutte le Regioni del Paese. Con particolare riguardo alla professione forense, il numero di professioniste rosa è salito al 48% rispetto al 7% del 1981. Nel dettaglio, le Casse di Previdenza che registrano il maggiore aumento di iscritti sono quella degli psicologi, ENPAP (+5,70%), quella degli infermieri professionali, ENPAPI (+5,59%) ed ENPAIA Agrotecnici (+5,37%). Quelle che, viceversa, registrano una maggiore riduzione del numero di iscritti sono la cassa geometri, CIPAG (-2,90%), e l’Ente degli agenti di commercio ENASARCO (-2,27%);  marginali le altre riduzioni.

Tabella 1 - Le Casse dei Liberi Professionisti per numero di iscritti, anno 2020 

Tabella 1 - Le Casse dei Liberi Professionisti per numero di iscritti, anno 2020

Fonte: Ottavo Report “Investitori istituzionali italiani: iscritti, risorse e gestori per l’anno 2020”

Il numero di pensionati è pari a 460.805, con un aumento del 4,23% sul 2019: di questi circa 89mila (il 19,3%) lavorano, un dato di quasi 6 volte superiore alla media degli altri lavoratori. Pertanto, il rapporto iscritti/pensionati, considerando anche i pensionati lavoratori, è di 3,67 attivi per pensionato, valore inferiore al 2019 quando era di 3,80, ma ancora superiore al dato del sistema INPS che nel 2019 era pari a 1,45. Ora, è evidente che questo rapporto continuerà nei prossimi anni a ridursi a causa dell’invecchiamento degli iscritti ma i margini restano ampi, anche se da tenere sotto controllo. Positivo è anche il rapporto tra contributi e prestazioni: nel 2020 il totale dei contributi incassati dal sistema Casse è stato di 11,11 miliardi di euro, mentre le uscite per prestazioni pensionistiche e assistenziali sono ammontate a 6,97 miliardi di euro; il rapporto tra contributi e prestazioni si è attestato all’1,59, dato leggermente inferiore all’1,62 del 2019 e dovuto all’incremento delle prestazioni che sono maggiormente cresciute rispetto all’aumento dei contributi e alla riduzione del rapporto iscritti/pensionati.

Si aggrava, rispetto al 2019, il differenziale tra contributi e prestazioni per la Cassa dei giornalisti, INPGI, arrivato a 170 milioni di euro: i contributi 2020 sono stati pari a 375 milioni di euro e le uscite per prestazioni pensionistiche sono ammontate a 545 milioni di euro. Nel 2019 era pari a 133 milioni, mentre il rapporto tra attivi e pensionati continua a essere di segno negativo. Il termine entro cui l’Ente deve trovare una soluzione tecnica allo stato di difficoltà in cui versa, per evitare il commissariamento, è stato nuovamente prorogato al 31 dicembre 2021 da un emendamento al Decreto Sostegni Bis (DL 73/2021, conv. L. 106/2021), anche se la situazione appare ormai irreversibile.

Molto rilevante è la situazione patrimoniale. Le 19 Casse privatizzate - sono escluse dall’analisi Casagit che è a cassa sanitaria dei giornalisti e Onaosi che si occupa meritoriamente di orfani - registrano un attivo patrimoniale pari a 92,46 miliardi di euro. Le risorse a disposizione di questi investitori istituzionali nel 2020 sono cresciute del 4,41%, un poco meno rispetto agli anni precedenti (+6,70% del 2019 su 2018 e a un +5,3% del 2018 su 2017). La Cassa che registra l’aumento maggiore del proprio attivo patrimoniale è ENPAPI (+10,72%, era 9,69% nel 2019), seguono ENPAP (+10,11%, era +11,48% nel 2019), ENPAIA – Agrotecnici (+10,03%, era +10,50% nel 2019). Enpam, con oltre 24 miliardi di attivo patrimoniale è anche l’unico Ente italiano presente al 40esimo posto nella classifica dei primi 400 enti al mondo redatta da Towers Watson. Seguono Cassa Forense con oltre 14 miliardi, Inarcassa con 12 e i Dottori Commercialisti con circa 10 miliardi. 

Le Casse sono anche azioniste di Banca d’Italia con un valore delle “quote” possedute di 1,31 miliardi, cioè il 34,1% del portafoglio azionario complessivo e il 35,3% di quello totale azioni italiane. La partecipazione delle 10 Casse è diversa per gli importi: Inarcassa (la Cassa degli ingegneri e architetti), Cassa Forense, Dottori Commercialisti e Medici (Enpam) possiedono quote per 225 milioni ciascuna, seguite dall’Ente degli impiegati in agricoltura (ENPAIA) e da quello dei Consulenti del Lavoro. Investe in Cassa Depositi e Prestiti la Forense, per un valore di 140 milioni di euro. Infine, i dati relativi all’investimento in “economia reale” domestica - OICR e fondi alternativi per la componente domestica, gli investimenti istituzionali in CDP e Bankitalia, le Azioni di società italiane quotate e non, le obbligazioni corporate italiane con esclusione degli investimenti in titoli di Stato - che ci consentono di valutare l’apporto del sistema Casse allo sviluppo dell’economia nazionale. Il totale di questi investimenti ammonta a 16,63 miliardi di euro, + 1,6 miliardi di euro rispetto al 2019, e al 22% del totale degli investimenti diretti delle Casse di Previdenza. A questo totale, andrebbero aggiunti gli investimenti in titoli di Stato che pure finanziano l’economia nazionale per un importo pari 4,5 miliardi.

Un quadro che, a parte il caso INPGI, è sostanzialmente positivo a merito delle Casse. Lato governo resta il problema della doppia tassazione, unico nel panorama europeo, che aggrava i bilanci degli Enti e la mancanza dell’ormai tanto atteso decreto sugli investimenti.

Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

Alessandro Bugli, Socio Studio legale associato THMR 
e Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

21/9/2021

L'articolo è stato pubblicato sul Corriere della Sera, L'Economia del 6/9/2021
 
 

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