Pensioni e decretone, le opzioni per dire addio al mondo del lavoro in anticipo

Quota 100, APE social, opzione donna, lavoratori precoci: tutte le possibilità per anticipare il pensionamento nel 2019 alla luce del decreto-legge presentato lo scorso 17 gennaio

Michaela Camilleri

Il Decreto-legge su quota 100 e reddito di cittadinanza è stata approvato dal Consiglio dei Ministri il 17 gennaio scorso. Sul fronte pensionistico l’ultima versione del provvedimento - in attesa che venga pubblicato in Gazzetta Ufficiale e poi convertito in legge - prevede in via sperimentale per il triennio 2019-2021 la possibilità di accedere alla pensione con quota 100, ossia con 62 anni di età anagrafica e 38 di contributi. Nel dettaglio, ecco le regole della misura.

Decorrenza della pensione

È previsto un sistema di finestre mobili: per i lavoratori del settore privato che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2018, quota 100 partirà il 1° aprile 2019 mentre per chi raggiuge il traguardo a partire dal gennaio di quest’anno, la finestra si aprirà dopo tre mesi; i lavoratori pubblici dovranno invece aspettare il 1° agosto, nel caso in cui abbiano raggiunto i requisiti alla data di entrata in vigore del Decreto, 6 mesi nel caso in cui li maturino dopo.                  

Quota 100 e decorrenza della pensione       


Blocco dell’adeguamento del requisito anagrafico alla speranza di vita

Poiché, come abbiamo visto, la misura è valida per il triennio 2019-2021, il 1° gennaio 2021 si sarebbe posto il problema se confermare o meno l'adeguamento del requisito anagrafico dei 62 anni alla speranza di vita. Il provvedimento ha previsto l'esenzione definitiva dell’indicizzazione di tale requisito all’aspettativa di vita.

Nessuna penalizzazione

A differenza di quanto si è sentito spesso dire, non sono previste penalizzazioni dirette. È inevitabile che, lasciando con anticipo il lavoro, l’importo della pensione risulterà inferiore a causa della minore contribuzione e dell’applicazione di un coefficiente di trasformazione più basso (il coefficiente, cioè il valore che si utilizza per trasformare il montante contributivo in rendita, tiene conto della speranza di vita e cresce con l’aumentare dell’età, per i più giovani risulta più basso perché i contributi cumulati dovranno essere distribuiti su un arco temporale più lungo).

Divieto di cumulo

Non sarà possibile cumulare la pensione ottenuta con quota 100 con redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro occasionale entro il limite di 5.000 euro lordi all’anno. Divieto che durerà fino al raggiungimento dei requisiti necessari per l’accesso al pensionamento di vecchiaia (nel 2019 67 anni per tutti i lavoratori, uomini e donne).

Fondi di solidarietà bilaterali

È prevista la possibilità di accedere al pensionamento con quota 100 sfruttando l’assegno straordinario per il sostegno al reddito erogato dai fondi di solidarietà bilaterali, a patto che vi sia un accordo collettivo aziendale o territoriale che definisca il numero di lavoratori da assumere a tempo indeterminato in sostituzione dei lavoratori che accedono a tale prestazione. Il finanziamento dell’operazione sarebbe totalmente a carico dell’azienda e deducibile fiscalmente.


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Non solo quota 100. Il “decretone” ha previsto altre possibilità per anticipare il pensionamento: dal blocco dei requisiti per la pensione anticipata, alla proroga dell’opzione donna, dell’Ape sociale alle agevolazioni per riscattare la laurea.

Blocco temporaneo dei requisiti per la pensione anticipata e per i lavoratori precoci

L’indicizzazione dell’anzianità contributiva alla speranza di vita è stata bloccata retroattivamente dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2026. Per l’accesso alla pensione anticipata valgono, dunque, i requisiti già in vigore nel 2018: a prescindere dall’età anagrafica, 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne, 41 anni per i lavoratori precoci (cioè chi ha iniziato a lavorare prima dei 19 anni). È comunque prevista una finestra di tre mesi per la decorrenza della pensione, di conseguenza per ricevere l’assegno si dovranno aspettare due mesi in meno rispetto ai cinque di incremento previsti sulla base della Riforma Monti-Fornero.

Quota 100 e requisito contributivo


Proroga dell’opzione donna

È stato inoltre prorogata per un altro anno la cosiddetta “opzione donna”, ossia la possibilità di anticipare la pensione a 58 anni d’età (59 nel caso delle lavoratrici autonome), con almeno 35 anni di contributi maturati entro il 31/12/2018. L’opzione prevede il ricalcolo della pensione con il metodo contributivo (il che potrebbe comportare una riduzione dell’importo dell’assegno sulla base di diversi fattori come ad esempio l’età anagrafica alla decorrenza e la dinamica della carriera lavorativa) e una finestra mobile per la decorrenza dell’assegno di 12 mesi per le dipendenti e di 18 mesi per le autonome.

Attenzione! Relativamente a quota 100, pensione anticipata e opzione donna, l’art. 27 del decreto prevede che l’INPS proceda al monitoraggio del numero di domande di pensionamento a carattere prospettico e invii successivamente una rendicontazione al Ministero del Lavoro e della Politiche Sociali e al Ministero dell’Economia e delle Finanze. In parole semplice, se si verificasse uno scostamento rispetto alle previsioni di spesa le misure potrebbero bloccarsi.

Proroga dell’Ape sociale

Anche l’Ape sociale è stata prorogata per un altro anno. In estrema sintesi, si tratta di un sussidio di accompagnamento alla pensione, interamente a carico dello Stato, destinato ai soggetti che abbiano raggiunto almeno i 63 anni di età (30 di contributi, 36 per chi svolge attività gravose) e che si trovano in particolari condizioni di bisogno (per ulteriori approfondimenti, si veda la scheda dedicata sul sito Pensioni&Lavoro).

Riscatto di laurea

La misura, anche in questo caso sperimentale per il triennio 2019-2021, prevede la possibilità per gli under 45 di riscattare fino a cinque anni di studio, anche non continuativi, a condizioni agevolate. La condizione necessaria per usufruire di questa possibilità è che la laurea si collochi all’interno di un periodo di competenza del metodo di calcolo contributivo, e quindi dopo il 31 dicembre 1995. Il reddito di riferimento per il calcolo del costo del riscatto è quello della Gestione Artigiani e Commercianti, pari a 15.878 euro per il 2019 (rispetto al riscatto ordinario si deve quindi applicare l’aliquota contributiva del 33% a questo reddito minimo e non all’ultimo stipendio disponibile). Il che implica che, ad esempio, chi intende riscattare la laurea breve di tre anni dovrà sostenere un costo di circa 15.700 euro (15.878 euro x 33% x 3 anni). L’onere così calcolato può essere versato in un’unica soluzione, o in 60 rate mensili (ciascuna di importo non inferiore a 30 euro), ed è detraibile nella misura del 50%. 

Oltre ai canali di pensionamento anticipato sopra descritti, il decreto ha introdotto anche un’altra novità sul fronte pensionistico: la pensione di cittadinanza. In merito all’introduzione della pensione di cittadinanza per i soggetti di età pari o superiore a 67 anni, i requisiti per accedere alla prestazione sono le stesse valide per il reddito di cittadinanza, ossia:

  • cittadinanza italiana, europea o lungo soggiornanti e residenza in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo;
  • ISEE familiare inferiore a 9.360 euro all’anno;
  • patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa, fino a 30.000 euro;
  • patrimonio finanziario inferiore a 6.000 euro (8.000 euro per le coppie).

Il documento disponibile sul sito del governo riporta alcuni esempi pratici circa gli importi delle pensioni di cittadinanza:

  • nel caso di un pensionato che vive solo, la pensione di cittadinanza ammonterà a 780 euro, di cui 150 euro da destinare al pagamento dell’affitto;
  • nel caso di una coppia di pensionati, la pensione di cittadinanza ammonterà a 1.032 euro, di cui 150 euro da destinare al pagamento dell’affitto.

Michaela Camilleri, Area Previdenza e Finanza Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

22/1/2019

 
 

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