Benessere e innovazione digitale: i cambiamenti diventano opportunità

Invecchiamento della popolazione, non autosufficienza e rischi biometrici in generale sono tra i principali cambiamenti che il settore assicurativo sarà chiamato ad affrontare nei prossimi anni. In che modo l’innovazione tecnologica può trasformare delle criticità in possibili opportunità?

Niccolò De Rossi

Ormai da alcuni anni l’innovazione digitale - che normalmente assume un andamento costante di progresso nel tempo - sta acquisendo, tanto nelle dimensioni quanto nel peso specifico che ricoprono i suoi effetti, lo status di una vera e propria rivoluzione in grado di permeare e modificare il quotidiano modo di vivere di ognuno. 

Un intreccio di mutamenti che, con il suo inevitabile e dirompente impatto anche su mercati e modelli di business, è stato al centro dell’Annaual Meeting Innovation by ANIA “Innovazione e Welfare: salute e benessere nell’era digitale”: giunto alla sua seconda edizione, l’appuntamento ha dunque approfondito, con l’obiettivo specifico di analizzare e sperimentare soluzioni innovative per l’industria assicurativa, i temi della salute e del benessere,  con particolare attenzione nei confronti delle recenti evoluzioni della ricerca scientifica, delle prospettive offerte dalle nuove tecnologie medico-sanitarie e del loro possibile impatto sul sistema di welfare pubblico e complementare italiano. 

Ecco perché minimo comun denominatore della giornata, che ha visto la partecipazione sia di studiosi ed esperti del settore sia dei più importanti stakeholders del comparto, è stato investigare le strade da percorrere per mettere l’innovazione digitale al servizio dei mutamenti demografici, sociali ed economici in atto a livello globale. Uno su tutti l’invecchiamento della popolazione, trend che si impone prepotentemente come da porre al centro delle agende dei legislatori: anche grazie al progresso della ricerca scientifica, in circa quarant’anni l’età media si è allungata di circa 10 anni, e nel 2050 è prevista una composizione della popolazione a livello globale caratterizzata da più over 65 che under 16. Secondo gli ultimi dati ISTAT, al primo gennaio 2019 gli over 65 rappresentavano circa il 23% della popolazione italiana, per un valore prossimo ai 14 milioni. Un fenomeno tale da portare appunto in evidenza bisogni che fino a qualche decennio fa non esistevano, in particolar modo nelle condizioni di vita in età avanzata, con il concreto rischio peraltro – in assenza di un nuovo modello di approccio alla salute, sempre orientato all’universalismo, ma rinnovato tanto nelle competenze quanto nella sua capacità di ottimizzare le sinergie tra pubblico e privato – di risposte differenziate sulla base delle disponibilità economiche dei singoli e, quindi, di acuire eventuali disuguaglianze sociali. 

Ponendosi come mission la tutela di rischi e bisogni delle persone e delle loro famiglie, l’industria assicurativa in particolare non può evidentemente esimersi dal confronto con il nuovo scenario, tenendo da un lato sempre alto il livello di attenzione verso i temi dell’accessibilità delle cure, della prevenzione e dell’assistenza e individuando, dall’altro, gli strumenti più adeguati a rispondere ai crescenti bisogni di salute e benessere della popolazione. 

Di qui, l’attenzione nei confronti dell’innovazione, che diventa così un “mezzo” fondamentale per rispondere a tali bisogni. Basti pensare all’apporto di robotica e intelligenza artificiale: se la prima potrà ad esempio contribuire a migliorare progressivamente chirurgia, supportando interventi complessi e favorendo così anche una diminuzione dei tempi di degenza, la seconda - legata a doppio filo con nascita e sviluppo di sempre più numerose start up – potrà promuovere l’ideazione e la messa a punto di device in grado di accumulare una consistente quantità di dati, favorendo il monitoraggio costante stato di salute dell’individuo (si pensi ad esempio al caso  dei pazienti cronici). 

Affinché in questo contesto, il ruolo dell’industria assicurativa possa continuare a essere quello di accompagnare e stimolare processi di innovazione, è fondamentale però che quest’ultima non si fermi alla sola tecnologia, ma venga estesa al comparto stesso.  Finanziare investimenti interni ed esterni al sistema è cioè essenziale, ma lo è altrettanto o forse ancor di più cogliere queste opportunità per garantire una rinnovata e ampliata gamma di servizi, da offrire nuove e più efficienti modalità erogative, a costi sempre più accessibili. 

Niccolò De Rossi, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali 

18/2/2019

 
 
 

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