Enti locali e Fondazioni bancarie per lo sviluppo del territorio

L’impegno delle Fondazioni di origine Bancaria nell’ambito dello sviluppo economico dei territori di riferimento è accreditato dalla loro stessa missione istituzionale. Come e perché il dialogo con gli Enti locali può favorire il perseguimento di questo obiettivo

Michaela Camilleri

La rilevanza dell’operato delle Fondazioni di origine bancaria nel settore dello sviluppo locale è sancita dalla stessa normativa di riferimento che all’art. 2 del decreto legislativo 153/1999, nel delinearne la missione istituzionale, indica lo sviluppo economico dei territori come finalità generale unitamente a quello di utilità sociale.

In virtù di questo secondo obiettivo, come si legge nell’ultimo Rapporto ACRI, “la fondazione è concepita come una risorsa del territorio, un propellente in grado di coadiuvare le istituzioni sociali, economiche e civili in esso operanti al fine di innalzare la qualità di vita della comunità di riferimento. In una lettura estensiva si può ritenere che tutte le iniziative e i progetti promossi dalle Fondazioni siano orientati a sostenere un processo di sviluppo territoriale, declinato di volta in volta in forme differenti che ne mettono in risalto profili economici, culturali, sociali o ambientali”.

In altre parole, le modalità attraverso le quali le fondazioni bancarie si inseriscono nel contesto socio-economico del nostro Paese fanno loro ricoprire il ruolo di veri e propri investitori territoriali e locali.

Il concetto di sviluppo locale - La definizione del concetto di“sviluppo locale” è molto estesa e riunisce diversi ambiti tematici tra loro collegati, quali ad esempio: la rigenerazione urbana, intesa come recupero delle periferie e riqualificazione di centri storici trascurati o abbandonati; la valorizzazione territoriale tramite la diffusione di brand locali, strategie territoriali e innovazione organizzativa delle produzioni agro-alimentari locali e di qualità, ecc.; il potenziamento e l’innovazione del tessuto produttivo locale, ad esempio facilitando l’accesso al credito delle imprese o promuovendo nuove imprenditorialità locali; la realizzazione o il miglioramento di infrastrutture territoriali, come la mobilità viaria, ferroviaria e aeroportuale o le strutture turistiche; lo sviluppo economico delle aree di riferimento attraverso strategie di investimento del patrimonio nelle “multiutilities” locali, negli Enti, nel settore delle infrastrutture o in attività di “venture capital”; il contrasto alle “vulnerabilità sociali” del territorio, cioè interventi volti ad affrontare problematiche che colpiscono alcune categorie di soggetti, in particolare i giovani e gli adulti in difficoltà (immigrati, ex detenuti, ecc.).

La dimensione del settore dello sviluppo locale – Nella graduatoria degli importi erogati nel 2016 stilata da ACRI lo sviluppo locale si colloca in quinta posizione, con 101,4 milioni per 1.557 interventi.  Ma il dato più rilevante riguarda il tasso di crescita degli importi (erano 56,8 milioni nel 2015), che risulta essere nettamente il più alto tra i settori principali: +78,4% contro +10% del totale generale.Tale espansione è da ricondurre principalmente al comparto “Promozione dello sviluppo economico della comunità locale”, nel quale rientrano ad esempio progetti di inclusione lavorativa e sociale, interventi di potenziamento delle infrastrutture locali, contributi a favore della sostenibilità abitativa, tirocini formativi e percorsi di orientamento al lavoro, ecc., che con una raccolta di 81,7 milioni di euro (80,5% del settore) e 1.302 iniziative (83,6%) rappresenta l’asse portante del settore.

In questo contesto va inquadrata l’importanza di iniziative che incoraggino l’apertura di canali di dialogo tra le Fondazioni di origine bancaria e gli Enti locali al fine di favorire la realizzazione e il finanziamento di progetti che abbiano l’obiettivo comune di creare una rete territoriale sempre più coesa e solidale, nell’ottica di uno sviluppo complessivo della realtà territoriale.

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Un radicamento territoriale basato su una logica di prossimità e di attenzione ai bisogni delle singole comunità che - come già ricordato in questa sede da ACRI - non deve però indurre le Fondazioni e gli altri attori locali a una chiusura rispetto alle esigenze di più ampio respiro della collettività nazionale.

Un’esperienza concreta – In quest’ottica un esempio virtuoso è il Bando Distretto emanato dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, destinato alle Amministrazioni comunali del territorio (ad eccezione del capoluogo) e all’Unione dei Comuni della Romagna forlivese.  Obiettivo primario del progetto - per il quale è stato stanziato oltre un milione di euro - è il sostegno alla trasformazione urbana, in particolare delle zone più periferiche. I principali filoni operativi riguardano interventi di natura architettonica/ urbanistica e paesaggistica, politiche a favore dell’ambiente, iniziative di valorizzazione e promozione del territorio. La peculiarità dell’iniziativa risiede proprio nel metodo in quanto le opportunità, le priorità e i progetti sono frutto di un processo di valutazione condotto con il direttoconcorso delle Amministrazioni locali e degli Enti e/o Associazioni operanti per lo sviluppo locale del territorio.

Come sostiene dunque il Presidente ACRI Giuseppe Guzzetti è importante che le fondazioni bancarie, spinte dalla loro stessa mission, ripensino agli “gli spazi in cui le nostre comunità vivono, s’incontrano, lavorano e crescono, rigenerando le periferie, rivitalizzando i centri storici, implementando progetti di housing sociale, in un confronto continuo con la collettività e potenziando le migliori pratiche del Terzo settore, per la realizzazione di nuovi modelli di welfare metropolitano e urbano”.

Michaela Camilleri, Area Previdenza e Finanza Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

08/05/2018

 
 

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