Come misurare la sostenibilità del proprio portafoglio?

Sul mercato sono ormai presenti strategie varie e diversificate: un'ampia offerta davanti alla quale, per gli investitori, diventa fondamentale saper operare una valutazione concreta ed esaustiva dei propri obiettivi e del livello di sostenibilità del proprio portafoglio finanziario

Alessandro Fonzi

Un primo passo fondamentale è definire i propri obiettivi d'investimento

Che il vostro obiettivo sia proteggervi contro il rischio reputazionale, difendere valori e migliori prassi, o ancora finanziare possibili soluzioni alle sfide sociali e ambientali, come il cambiamento climatico, etc, a seconda delle prospettive, gli obiettivi sono molteplici così come gli approcci applicabili, siano essi il best-in-class, l’integrazione dei fattori ESG, la semplice esclusione, approcci tematici o di impact investing [1].

Un denominatore comune per misurare la sostenibilità del portafoglio potrebbe essere confrontarne la performance rispetto a un universo di riferimento per verificare che il filtro di sostenibilità abbia effettivamente contribuito a migliorare la qualità ESG del portafoglio, rispetto al benchmark. È vero però che è possibile combinare diverse strategie e che alcune, come ad esempio quelle tematiche sostenibili, non sono raffrontabili a indici poiché sono costruite specificamente sui temi della sostenibilità. In questo caso, sarà necessario esaminare le linee di business delle società presenti in portafoglio o, in altre parole, i loro prodotti e servizi.

Quali che siano i vostri obiettivi, raccomandiamo di effettuare una valutazione esaustiva osservando il portafoglio da tutte le angolazioni, per essere sicuri di averne chiaro il quadro d’insieme.

 

Una volta definiti gli obiettivi, il passo successivo è trovare dati pertinenti

Solitamente, i punteggi ESG sono calcolati da operatori specializzati nella ricerca extra-finanziaria con modelli di rating di sostenibilità settoriali specifici, che raggruppano in un unico punteggio un gran numero di criteri ESG, come ad esempio l’esposizione delle società alle tecnologie sostenibili (E), la frequenza degli infortuni sul lavoro o il numero medio di ore di formazione (S) e la percentuale di amministratori indipendenti nel consiglio di amministrazione (G). Accanto ai dati quantitativi, questi enti sviluppano anche strumenti per valutare la gravità dell’impatto di notizie negative relative ad attività specifiche delle società (le cosiddette “controversie ESG”) o l’esposizione ad attività o settori specifici (le cosiddette “attività controverse”). 

Figura 1 - L'impatto settoriale sul punteggio ESG medio

L'impatto settoriale sul punteggio ESG medio - DPAM

Fonte: DPAM, Sustainalytics

 

Le etichette di sostenibilità possono rivelarsi utili

Anziché analizzare direttamente i dati ESG, gli investitori possono passare attraverso etichette di sostenibilità, create per offrire trasparenza ai clienti, effettivi e potenziali, sulla qualità ESG delle strategie di investimento. Le etichette, strumento tipicamente europeo, permettono anche agli investitori di escludere le strategie di greenwashing, esaminando la qualità del processo d’investimento sostenibile.  

 

Dalla teoria alla pratica: il punteggio ESG del portafoglio

Una metrica normalmente applicata per stabilire il livello complessivo di sostenibilità di un portafoglio è osservarne il punteggio ESG. In particolare, è utile evitare una semplice media ponderata ma considerare i singoli pilastri E, S e G sottostanti a livello settoriale. Un approccio di questo tipo infatti consente non solo di comprendere meglio come i rischi settoriali sono integrati nel processo d’investimento, ma contribuisce anche a misurare con maggiore precisione l’esposizione ad alcuni rischi settoriali specifici. Oltre ai punteggi ESG, ci sono poi altre dimensioni da considerare: 

  • La conformità del portafoglio a requisiti normativi minimi, quale il rispetto dei Global Compact delle Nazioni Unite. Esso si focalizza su temi cruciali come il rispetto dei diritti fondamentali, umani e del lavoro, la difesa dell’ambiente e la lotta alla corruzione. Analizzare l’esposizione sia alle società “non conformi” che alle società “sotto osservazione” può fornire elementi utili sull’esposizione del portafoglio a futuri rischi reputazionali e finanziari.
     
  • Valutare l’esposizione del portafoglio ad alcuni settori/attività che l’investitore vorrebbe evitare quali attività controverse o scandali che potrebbero generare gravi danni reputazionali o multe salate alle società. Gli operatori della ricerca extra-finanziaria generalmente suddividono le società in diverse categorie a seconda della gravità e della frequenza di questo tipo di eventi. Valutare l’esposizione societaria ad attività critiche o controverse offre una conoscenza più approfondita dell’esposizione al rischio reputazionale, e quindi finanziario, del portafoglio. Per farlo, è importante definire chiaramente le soglie di esposizione che determinano da quale momento una società si considera coinvolta in un’attività controversa: passaggio cruciale poiché molte imprese globali sono diversificate e di conseguenza hanno esposizioni di modesta entità a svariate attività. Un buon esempio è l’esclusione del tabacco. Dobbiamo chiederci se, per il nostro portafoglio, sono da escludere sia i produttori (cioè i soggetti responsabili dell’utilizzo di ingredienti dannosi nei prodotti e della loro pubblicità) sia i rivenditori e distributori che vendono molti altri prodotti oltre al tabacco, che rappresenta invece una quota trascurabile dei ricavi. 

Un portafoglio sostenibile dovrebbe dunque dimostrare in modo trasparente il contributo positivo e l’impatto offerto da società o governi, nel caso di titoli di Stato. Anziché utilizzare un solo punto di vista quindi, consigliamo agli investitori di osservare i propri portafogli da varie angolazioni per poterne stabilirne con precisione il livello di sostenibilità. 

Alessandro Fonzi, CFA, Deputy Head of International Sales - Country Head Italy DPAM  

12/5/2021


[1] A questo proposito Eurosif, l’associazione europea leader nella promozione e nella diffusione dell’investimento sostenibile e responsabile in tutta Europa, propone una lista dettagliata di strategie di investimento sostenibile (http://www.eurosif.org/) 

 

 
 

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