Economia reale e ruolo delle assicurazioni al tempo del coronavirus

Il settore assicurativo italiano può indubbiamente dare un contributo decisivo al rilancio delle infrastrutture e delle PMI nel post COVID-19: un più stretto legame e dialogo pubblico-privato è però indispensabile affinché le opportunità del PNRR non vadano sprecate

A cura del Centro Studi SNFIA

L’attenzione nazionale è focalizzata sul tema della ripresa economica e sociale e sugli aspetti qualitativi che la dovranno caratterizzare. Una circostanza che pone al centro del dibattito l’opportunità di rilancio del ruolo delle parti sociali, all’interno delle quali il sindacato ha l’opportunità di riproporsi come assoluto protagonista. 

Innanzitutto, bisogna convergere su cosa intendiamo per investimenti nell’economia reale dopo un ampio confronto, al fine di avere una visione più puntuale del ruolo delle assicurazioni nel rilancio della nostra economia. Certamente va focalizzata l’attenzione sul capitolo infrastrutture, ove emergono i ritardi del nostro Paese e vi è il crescente interesse delle Compagnie di Assicurazione per operazioni di partenariato pubblico-privato, finalizzate a finanziare la realizzazione di nuove infrastrutture e la rigenerazione/manutenzione di quelle esistenti e a rilanciare per questa via l’economia italiana. Il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) è la straordinaria novità e rappresenta un'opportunità unica la cui attuazione richiede il contributo di tutti. 

Un interesse sostenibile economicamente e finanziariamente anche dal possesso da parte delle Compagnie di Assicurazione di una grande fetta del risparmio degli italiani, che a fine 2020 ha costituito più del 50% del nostro PIL.

Da più parti si fa risaltare lo scarso supporto finanziario, fino a oggi, degli investitori istituzionali, incluse le Compagnie di Assicurazione. Per le PMI, che pure rappresentano un tratto saliente dell’economia del nostro Paese, è confermata l’esistenza di loro debolezze, aggravate e amplificate da una loro condizione di sottoassicurazione. Un elemento di fragilità che contribuisce ad amplificare l’emergenza economica provocata dalle crisi che periodicamente esplodono e che è ulteriormente enfatizzato dal confronto internazionale. Sul lato della domanda, scontiamo sicuramente un problema di cultura assicurativa da parte delle PMI, le quali hanno scarsa consapevolezza dei rischi a cui sono esposte e della necessità di proteggersi. Vi sono anche opportunità che potrebbero schiudersi con un più forte ruolo a loro supporto delle Compagnie di Assicurazione sia nell’ambito della gestione dei loro rischi che della loro patrimonializzazione. 

Occorre dotarsi di una lente in più: quella della sostenibilità sociale. Inoltre, vi è il bisogno di un progetto sociale tangibile e di lungo termine, in una logica proattiva di integrazione tra pubblico e privato, in grado di creare effettive utilità anche per altri portatori di interesse, a partire dagli assicurati, e di recuperare pienamente il valore della mutualità e della solidarietà. Per il rilancio duraturo e inclusivo dell’economia italiana è necessario rafforzare la domanda e creare le condizioni affinché il settore assicurativo italiano possa dare un contributo decisivo al rilancio delle infrastrutture e delle PMI.

Ciò sulla base di un’evidenza: senza assicurazione è molto più difficile fare impresa con il rischio di vanificare in buona parte gli obiettivi del PNRR. Un più stretto legame e dialogo pubblico - privato è assolutamente cruciale per il destino del nostro Paese. Il grado di impegno finanziario degli assicuratori nella economia reale dipende dalle scelte del decisore politico per concretizzarlo. Per favorire ogni iniziativa e supportare ogni buona idea, vi è l’esigenza che le istituzioni trovino le strade per il pieno coinvolgimento delle imprese assicurative e dei corpi sociali intermedi, a partire dal Sindacato.

Tutto questo secondo un approccio multistakeholder e in ossequio al principio che in questa fase, per un futuro economicamente e socialmente più prospero e più stabile, ci sarebbe bisogno del contributo di tutti in un clima effettivo di partecipazione e di condivisione. 

Abbiamo l’esigenza di avviarci insieme in direzione delle prospettive che ci attendono, seguendo la via della continuità ma nella discontinuità dei comportamenti. Occorre valutare se le varie crisi che si sono succedute nel tempo, come quella pandemica, ci hanno lasciato in eredità qualche lezione da cui trarre insegnamento, al fine di agire in un modo virtuoso adeguato ai tempi.

In fondo, è necessario si parli diffusamente più che di cooperazione, di una nuova “fase di concertazione” e di un nuovo “neo-rinascimento” italiano.

A cura del Centro Studi SNFIA

15/9/2021 

 
 
 

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