Engagement, il dialogo sostenibile con le imprese

Cresce a livello globale l’attenzione e l’utilizzo di strategie d’investimento responsabili. Tra le tante a disposizione, quella dell’engagement rappresenta un virtuoso percorso di sistema verso un nuovo modo di attuare i principi ESG agli investimenti

Niccolò De Rossi

Secondo i dati pubblicati dalla Global Sustainable Investment Alliance, organizzazione che riunisce associazioni e forum di tutto il mondo specializzati in sostenibilità, la massa di investimenti responsabili a livello globale  ammonta a circa 23 trilioni di dollari (al 2016) con un incremento del 25% dal 2014. In questa classifica l’Europa figura al primo posto, con una crescita dell’11,7% nello stesso biennio, e conta masse che sfiorano gli 11 trilioni di dollari, seguita dagli Usa a 6,5.

I numeri confermano quindi una crescente attenzione di investitori e asset manager verso l’applicazione dei principi ESG, trainati soprattutto da iniziative di rispetto dell’ambiente e di progressivo disinvestimento verso quelle imprese che ancora utilizzano nella propria produzione fonti fossili e in particolare il carbone. Anche in Italia cresce l’interesse verso le tematiche ESG soprattutto da parte dei fondi pensione e, più in generale, degli investitori istituzionali di lungo periodo. Il Fondo Pensione Cometa, ad esempio, è stato tra i primi ad aderire al Montreal Pledge, un’iniziativa nata nel 2014 e sostenuta dall’ONU, attraverso cui gli investitori sottoscrittori si impegnano a misurare e rendere pubblica la carbon footprint (impronta di carbonio) dei loro portafogli investiti. Lo stesso Fondo ha inoltre deciso di affiancare alla “tradizionale” analisi di portafoglio una particolare strategia di investimento che, più delle altre, può essere vista come vero e proprio percorso virtuoso di crescita del sistema: l’engagement.

 

L’engagement: una strategia da incentivare

L'attività di engagement si sostanzia nel dialogo e confronto diretto con le imprese in cui si è investito riguardo questioni di rispetto dell’ambiente, buona governance e ricadute sociali, con il fine di indirizzare le stesse verso comportamenti virtuosi e sostenibili, sensibilizzandole in materia di responsabilità sociale. Non sembra azzardato definire questo virtuoso processo come un potenziale strumento di profondo cambiamento nel modo di vedere e attuare gli investimenti, tanto da parte degli investitori e degli asset manager quanto da parte delle imprese stesse. Gli investitori previdenziali stanno infatti maturando sempre più la consapevolezza di avere una grande responsabilità, non solo verso la tutela dell’ambiente, ma anche verso i numerosi e diversificati rischi extra finanziari che potrebbero incidere sulla società in senso più ampio. Proprio per questo motivo l’engagement è uno strumento che riesce ad assolvere il duplice scopo di vagliare in profondità sia le decisioni di investimento da prendere sia di stimolare le imprese ad adottare buone pratiche in materia ambientale, sociale e di governance. Si tratta evidentemente di un processo di lungo periodo, finalizzato a influenzare positivamente i comportamenti dell’impresa e ad aumentarne il grado di trasparenza verso i vari stakeholders. Attraverso l'engagement si punta dunque a influenzare il modo di operare della società in cui si è investito, indirizzandola verso una maggiore sostenibilità sociale e ambientale, esaminando e applicando ai processi interni dell’impresa i principi ESG.

A conferma di quanto questa strategia incontri il favore degli investitori, lo European SRI Study 2018 evidenzia come, a livello europeo, l’utilizzo della strategia dell’engagement sia cresciuto del 14% negli ultimi otto anni, secondo soltanto alla strategia di “esclusione”. A fine 2017 infatti l’engagement totalizza un AUM di quasi 5 trilioni di euro rispetto ai circa 1,8 trilioni del 2011, positiva indicazione dell’attivo e crescente interesse degli investitori riguardo le modalità di gestione del business delle società investite da parte del management. Lo studio restituisce inoltre un’indicazione chiara di come questa strategia stia incontrando il favore anche degli investitori italiani. Se infatti UK, Svezia e Olanda cubano la maggior parte delle masse su cui avviene lo screening ESG che porta al successivo dialogo con le imprese, l’Italia ha registrato una crescita del 213% tra il 2015 e il 2017.

Grafico - Crescita dell’attività di engagement in Europa

Crescita attività engagement in Europa

Fonte: European SRI Study 2018

Se si legge tra le righe di questo graduale cambiamento, si nota che non solo è cresciuta l’attenzione a come e dove si investe, ma si sta cementando sempre di più la consapevolezza del bisogno di mutare profondamente il generale concetto di “profitto”, tanto da parte di chi gestisce le masse finanziarie quanto da parte degli investitori nelle loro aspettative di rendimento. Non è infatti più sufficiente ricercare e conseguire ritorni meramente economici, ma c’è bisogno di consolidare una nuova filosofia di investimento che generi risultati positivi per le persone e il pianeta, dandone una corretta ed efficace comunicazione ai vari stakeholders, senza peraltro rinunciare al rendimento.

In definitiva, lo scopo dell’attività di engagement è di creare valore per l’economia e la società nel suo insieme, attraverso lo stimolo di buone pratiche di corporate governance e di responsabilità sociale nelle imprese oggetto di investimento, un’azione che produrrà i sui frutti nel lungo periodo e porterà a una gestione d’impresa virtuosa, responsabile e sostenibile del proprio business.

Niccolò De Rossi, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali 

18/3/2019

 
 

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