Famiglie, la ricchezza e gli investimenti finanziari nel 2018

In che modo gli italiani hanno gestito le proprie attività finanziarie nel 2018? Complici la complessità del ciclo economico in corso e il rallentamento del reddito disponibile, i principali destinatari dei flussi annuali di risparmio sono stati contanti, depositi e polizze assicurative di ramo vita

Leo Campagna

La Relazione annuale della Banca d’Italia è da sempre un appuntamento istituzionale di primaria importanza per conoscere lo stato di salute dell’economia e della finanza del nostro Paese. Anche quest’anno ha permesso di approfondire la conoscenza sulla composizione delle attività finanziarie delle famiglie italiane in un anno, il 2018, che le ha esposte all’indebolimento del ciclo economico cui si è associato un rallentamento del reddito disponibile, cresciuto nella seconda metà del 2018 dell’1,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (contro il +2,3% registrato nel primo semestre). Sulla base delle stime degli esperti della banca centrale italiana, la ricchezza netta, ossia la differenza tra le attività reali e finanziarie e le passività, si è ridotta di poco più del 2% ed è scesa a 8,1 volte il reddito disponibile (8,4 nel 2017), il valore più basso dal 2005.

Osservando la distribuzione delle attività finanziarie delle famiglie italiane, un aspetto di assoluto rilievo che la relazione mette in evidenza è il fatto che gli strumenti del risparmio gestito (polizze assicurative, quote di fondi comuni e previdenziali diversi dal TFR) registrano un ricorso molto elevato rispetto al passato (31% delle attività, in forte aumento rispetto al 17% che esprimevano nel 2008). “Questi strumenti” si legge nella relazione di Bankitalia “hanno consentito ai risparmiatori di diversificare maggiormente i rischi del portafoglio, anche attraverso più ampi investimenti sui mercati internazionali”.

Resta il fatto che le tensioni sui mercati emerse nella seconda parte dell’anno si sono associate a una riduzione degli investimenti netti in attività finanziarie. Osservando i flussi netti annuali si può ricavare su quali strumenti le famiglie italiane hanno indirizzato i loro nuovi risparmi lo scorso anno. Innanzitutto, l’ammontare complessivo è diminuito di circa 9,5 miliardi di euro (da 46,6 a 37,1 miliardi), ovvero di circa il 20%. Entrando nel dettaglio si scopre che i principali destinatari dei nuovi flussi annuali di risparmio sono stati, oltre ai contanti (8,1 miliardi) e ai depositi (20,9 miliardi), le polizze assicurative, i fondi pensione e il TFR che, nel loro insieme, hanno contabilizzato sottoscrizioni nette per 26,5 miliardi. Nello specifico, di questo ammontare, ben 23,7 miliardi sono stati destinati alle polizze assicurative ramo vita, il che vuol dire che i flussi a favore della previdenza integrativa e del TFR sono risultati inferiori ai tre miliardi di euro. Il forte aumento della componente investita in quote di fondi comuni è quasi interamente dovuta ai fondi di diritto estero, in prevalenza comparti di diritto lussemburghese, ed è in larga parte riconducibile agli investimenti a copertura delle polizze unit linked.

Nel 2018 hanno invece prevalso nelle scelte di portafoglio delle famiglie italiane i disinvestimenti nelle azioni e partecipazioni (-17 miliardi) e nei titoli obbligazionari (-8,7 miliardi) sebbene i flussi indirizzati verso i titoli esteri - sia azioni (+3,8 miliardi) che obbligazioni (+2,2 miliardi) - siano risultati in attivo. Anche gli investimenti nei fondi che rispettano la normativa sui piani individuali di risparmio (PIR), sostenuti fino al mese di giugno, si sono in seguito progressivamente azzerati.

Leo Campagna 

12/7/2019 

 
 

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