Finanza sostenibile e investimenti cattolici: nuovi interessi convergenti?

Quando si parla di investimenti sostenibili, la mente corre tipicamente all'approccio ESG, acronimo che in effetti racchiude 3 importanti declinazioni della sostenibilità (ambientale, sociale e di governance). In realtà, il tema è ancora più complesso e i possibili approcci eterogenei, così come i punti di contatto con la finanza etica o che segue precetti religiosi 

Marco Di Giacomo e Max Maria Traversone

La finanza è da sempre, e forse ingiustamente, considerata la cosa più distante o che più allontana lo spirito dall’infinito ma, se tornando a darle il giusto ruolo, la faccessimo tornare a essere il motore di uno sviluppo "sostenibile"? Se è vero che fino a oggi l’uomo ha combattuto guerre per l'omnipresente denaro, possiamo immaginare che in un prossimo futuro seguendo le teorie di economisti - moderni fondatori della SEC-Scuola di Economia Civile - come Zamagni, Bruni, Becchetti, Smerilli si torni all’essenza dell’ikos-nomos, con la finanza che riprenda il ruolo di “strumento” che aiuti a mettere ordine e pace tra i popoli e serva da acceleratore per le opere di “Dio” in terra?

In questo scenario la finanza sostenibile sta entrando, grazie al contributo dei regolatori, dei media e degli investitori, nei piani futuri di banche, asset manager, assicurazioni e fondi pensione. Come si può mettere in pratica in finanza “Laudato Si'. Lettera Enciclica sulla cura della casa comune”, lo scritto che Papa Francesco ha voluto in preparazione della COOP21 di Parigi, la conferenza internazionale sull’ambiente passata alla storia come il primo tentativo serio e concertato per non oltrepassare il “punto di non ritorno”? Nel 2015 il Papa chiama intorno a sé economisti, scienziati, professori, ambientalisti, per redigere un testo rivolto non ai credenti ma a tutti cittadini di “buona volontà” abitanti della casa comune. Il libro viene tradotto in ogni lingua, stampato e venduto a un costo “politico”, la prefazione affidata a un ateo convinto come Carlin Petrini, fondatore di Slow Food. I giornali di tutto il mondo ne parlano, non c’è convegno anche in finanza in cui non si citi lo scritto con il quale Papa Francesco ridà voce al fraticello di Assisi che già nel Millecento viene chiamato a riparare la “casa del Padre”, quella casa che evidentemente già mostrava le prime “crepe”.

La parola finanza nell’enciclica compare 8 volte e spesso accompagnata dall’esortazione a cambiare marcia come in questi passaggi:“ma osservando il mondo notiamo che questo livel­lo di intervento umano, spesso al servizio della finanza e del consumismo, in realtà fa sì che la terra in cui viviamo diventi meno ricca e bella, sempre più limitata e grigia”, “..Si richiede dalla politica una maggiore attenzione per prevenire e risolvere le cause che possono dare origine a nuovi conflitti. Ma il potere collegato con la finanza è quello che più resiste a tale sforzo.”, “..la crisi finanziaria del 2007-2008 era l’occasione per sviluppare una nuova economia più attenta ai principi etici, e per una nuova regolamenta­zione dell’attività finanziaria speculativa e della ricchezza virtuale”.

In questo humus la Conferenza Episcopale austriaca (CEA) presieduta dal Cardinale Schönborn, tra le prime ad avviare il processo di disinvestimento da combustibili fossili, in “Sinodo” con i suoi Vescovi, redige le "Linee guida per gli investimenti etici" pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale della Chiesa austriaca l’1 gennaio 2018. Il documento è rivolto alle comunità e agli ordini religiosi austriaci, esortando l’utilizzo del “breviario” nel momento in cui ci si mette il cappello di investitore, perché troppe volte tra il dire e il fare c’è la stessa distanza che separa il portafoglio e il cuore. Lo scritto, attraverso indicazioni molto tecniche sull’uso di azioni, obbligazioni, derivati e materie prime, invita a compiere 3 azioni fondamentali: 1) Prevenire il Male attraverso criteri di esclusione; 2) Promuovere il Bene investendo nelle migliori aziende e Stati attraverso una rigorosa analisi ambientale, sociale e di buon governo (ESG); 3) Cambiare in meglio attraverso l’engagement e l’azionariato attivo. 

Nel 2018 i gestori di Raiffeisen Capital Management, tra le principali società di investimento austriache e che ispira il suo operato a F. W. Raiffeisen, nato in Germania nel 1815 e fondatore del movimento cooperativo bancario, pur con una consolidata e storica esperienza nella gestione di fondi “sostenibili”, cominciano lo studio del documento per renderlo integrabile nel processo di investimento di casa. Il documento della CEA analizza 12 principi a cui attenersi - come la biodiversità e la protezione del clima, la giustizia globale, il lavoro - suddivisi in ulteriori 56 criteri di esclusione e valutazioni, quali il consumo del suolo, la speculazione alimentare, la firma di trattati internazionali suddivisi ulteriormente tra chi produce e chi commercializza, tra aziende, controllate, controllanti e le relative catene di fornitura con chiare indicazioni su dove reperire le informazioni (ONU, ILO, Freedom House). Ad aprile 2019 nasce sotto questo ombrello la linea fondi Raiffeisen PAXetBONUM, la strada per una finanza più giusta e inclusiva è ancora lunga, ma in ogni cammino l’importante è sempre il primo passo.

Marco Di Giacomo, Sales Manager Raiffeisen Capital Management

Max Maria Traversone, Deputy Country Head Italy Raiffeisen Capital Management

18/2/2020

 
 
 

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