Il mondo ESG di domani

I portafogli degli investitori hanno subito pesanti perdite in questa crisi ma la finanza sostenibile e responsabile sembra aver dimostrato una miglior resilienza. Una volta risolta l'emergenza, si può però immaginare un aumento delle allocazioni in tal senso, così come uno scrutinio maggiore di dati e informazioni

Matteo Bosco

"I nostri risultati sono i primi a documentare le sottili e sfaccettate implicazioni del disaccordo nelle informazioni ESG sui rendimenti delle azioni e, quindi, sul costo del capitale delle aziende. Essi hanno anche importanti conseguenze per gli investitori responsabili che si affidano a un unico fornitore di dati per i rating ESG utilizzati nelle loro strategie di investimento, ma non tengono conto del disaccordo sul rating ESG tra i fornitori di dati e dell'impatto sottile e variabile nel tempo del disaccordo sui futuri rendimenti azionari”.Così i ricercatori dell’Università di Ginevra concludono il loro lavoro "ESG rating disagreement and stocks returns" pubblicato nel gennaio di quest'anno.

Questo disallineamento delle varie fonti era stato precedentemente affrontato, nell'agosto del 2019, dal MIT Sloan School of Management dimostrando che i dati dei primi 5 fornitori di dati ESG evidenziano un’importante de-correlazione, dovuta principalmente alla divergenza di misurazione delle valutazioni delle categorie Environment, Social, e Government da parte delle varie agenzie di rating. Queste complessità vengono spesso menzionate tra le possibili concause di una bassa utilizzabilità dei dati. Tanto che IPE ha dedicato al tema la sua pubblicazione di novembre del 2019 intitolandola "The Metric Jigsaw", titolo traducibile con Puzzle delle Misure

In Europa, industria e autorità stanno cercando di strutturare le regole per chiarire cosa sia ritenuto sostenibile. Il capo dell’ESMA auspica un miglioramento e addirittura la regolamentazione delle fonti di dati ESG: mentre il mondo delle informazioni finanziarie è infatti molto evoluto e regolamentato, quello delle informazioni non finanziarie è soltanto all’inizio, ancora molto confuso e in forte evoluzione. Possiamo immaginare allora che in futuro approfondiremo tutti di più il tema della sostenibilità con qualche verifica addizionale sull’operato. Ci vogliono esperienza e pratica per capire quali informazioni portano un valore aggiunto e quali invece semplicemente sono ridondanti o addirittura fuorvianti. I bravi gestori da tempo si sono adoperati per includere nel loro processo gestionale non soltanto uno o due indici di riferimento, ma tutta una serie di ricerche e verifiche che permettono loro di valutare la sostenibilità delle società da vari punti di vista. E anche nella crescente industria degli ETF ESG si riscontra una buona qualità media. Tuttavia, questa conclusione non esclude che anche gli ETF non ESG possano ottenere un punteggio più alto in termini di sostenibilità rispetto ad alcuni dei loro omologhi ESG, così come dimostrato da una ricerca sull’impatto ESG dell’industria degli ETF pubblicata dalle Nazioni Unite nel novembre 2019

Concludendo, non possiamo certo immaginare di risolvere tutti i problemi del mondo post-crisi pandemica con l’applicazione dei criteri ESG ma, usandoli maggiormente, possiamo almeno contribuire a indirizzare i capitali sulle società più virtuose. Infatti, c’è ancora molta strada da fare dato che la Global Sustainable Alliance ritiene gestiti in maniera sostenibile soltanto 30 trilioni rispetto ai 190 trilioni di dollari di ricchezza finanziaria globale stimata da Credit Suisse.

Matteo Bosco, Partner Conser

9/4/2020 

 
 
 

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