Investimenti sostenibili post COVID-19: la sfida che l'Italia può vincere da protagonista

Efficienza energetica, rinnovabili distribuite, economia circolare, mobilità sostenibile: investire nei real asset green nell'Italia post COVID-19 rappresenterà un'opportunità per gli investitori professionali di lungo periodo, che potranno beneficiare di portafogli con profili rischio-rendimento più prudenti e contribuire concretamente al rilancio del Paese

Evarist Granata

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, The World Health Report, 2007) già nel 2007 dichiarava che una delle più grandi conseguenze del cambiamento climatico sarebbe stata l’alterazione dei processi di trasmissione delle malattie infettive; oggi l’intera popolazione mondiale sta pagando i devastanti effetti di questi fenomeni, confermati anche da recenti studi scientifici.

La ricerca dell’Università di Harvard guidata dall’italiana Francesca Dominici ha analizzato l'inquinamento atmosferico e i decessi provocati da COVID-19 in diverse aree degli USA evidenziando su basi statistiche robuste una stretta correlazione tra aumento di particelle PM 2,5 e il tasso di mortalità di COVID-19. Anche l’attuale situazione del Nord Italia è stata oggetto di alcuni studi accademici, i quali hanno individuato nell’inquinamento atmosferico PM 10 uno dei fattori che ha contribuito all’aumento della mortalità nelle provincie lombarde ed emiliane più colpite, aree storicamente considerate tra le più inquinate d’Europa.

Oggi giustamente l’attenzione dei governi nazionali e della comunità europea è concentrata sull’emergenza sanitaria e sul supporto a imprese e lavoratori. Tuttavia è doveroso riflettere su una visione a medio-lungo termine, che pensi al rilancio economico e sociale, trasformando un grande problema in una concreta opportunità di radicale cambiamento: accelerare una rivoluzione sostenibile del Terzo Millennio, supportata da ricerca scientifica, tecnologie digitali e finanza green, che mettano il clima e l’ambiente quali fondamenti per migliorare il mondo e la salute delle persone. Ma per raggiungere questo ambizioso obiettivo occorrono risorse finanziarie eccezionali, di cui una parte - pari a circa 1.000 miliardi di euro fino al 2030 - è già stata stanziata tramite l’European Green Deal annunciato a gennaio 2020 dalla Commissione Europea con il supporto della Banca Europea degli Investimenti.

Su questo fronte, l’Italia dispone già di un potente strumento di azione, il “PNIEC” (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima in fase di approvazione da parte della Commissione Europea), che potrebbe alimentare in 10 anni circa 1.200 miliardi di euro di nuovi investimenti in Italia per la transizione energetica e ambientale in progetti di efficienza energetica, rinnovabili distribuite, mobilità sostenibile ed economia circolare. Un tale shock di investimenti sostenibili con una media di più di 100 miliardi euro all’anno (ovvero circa 7% del PIL italiano) in infrastrutture green segnerebbe una forte discontinuità rispetto al passato e contribuirebbe a una crescita reale con impatti economici e ambientali eccezionali a favore dell’intero indotto produttivo: la nascita start-up innovative (greentech), servizi pubblici locali più virtuosi (smart cities), patrimonio immobiliare più sostenibile (smart buildings), maggiore competitività delle aziende nei nostri settori industriali strategici riducendo la stretta dipendenza energetica dalle fonti fossili (clean/lean production).

L’attuale pandemia, seppur oggi abbia provocato un’elevata riduzione dei consumi e prezzi energetici all’ingrosso con un momentaneo rallentamento degli investimenti infrastrutturali da parte delle grandi utility a livello globale, è stata capace di stravolgere gli storici equilibri tra i grandi produttori di petrolio (Russia vs Saudi) accelerando il tramonto dell’epoca degli idrocarburi fossili – come anche confermato da un recente articolo del Prof. Nicolazzi di ISPIe spingendo inderogabilmente il mercato verso una transizione energetica sempre più green, digitale ed economicamente vantaggiosa.

Di seguito, alcuni esempi dei modelli di sviluppo prevedibili post COVID-19 relativi a tecnologie e infrastrutture abilitanti caratterizzate necessariamente da scala ridotta, interconnessione e capillarità territoriale diffusa tra privati, PMI e PA:

  • Efficienza energetica & smart building con soluzioni “as a service” a telecontrollo digitale (ad esempio, pompe di calore, illuminazione, co-generatori ad alto rendimento) stimolate da una possibile maggiorazione dei benefici fiscali (ad esempio, conto-termico, certificati bianchi, eco-bonus) con impatto nullo o ridotto su ambiente e i balance-sheet degli utenti finali già gravati dall’attuale crisi di cassa
     
  • Rinnovabili distribuite con impianti solari a tetto su comunità energetiche digitalizzate per auto-consumo, rivendita e ricarica di energia, tramite contratti energetici smart (ad esempio, PPA - Power Purchase Agreement o noleggio operativo) offrendo agli utenti finali prezzi più convenienti rispetto alle forniture di operatori tradizionali e riducendo incidenza di tasse e oneri di sistema in bolletta
     
  • Mobilità sostenibile in particolare nei grandi centri urbani dove è attesa una crescita esponenziale dei servizi digitali di e-commerce e home-delivery implementando infrastrutture e mezzi di trasporto più efficienti, più sicuri, a basse emissioni e TCO (Total Cost of Ownerhsip) più competitivo rispetto ai veicoli tradizionali tramite maggiori stimoli fiscali come quelli appena deliberati in Cina
     
  • Economia circolare con la creazione di filiere innovative e distretti di produzione di biocarburanti per de-carbonizzare progressivamente i trasporti e logistica valorizzando rifiuti, scarti o sottoprodotti da raccolta differenziata, agro-alimentare, zootecnico riducendo gli oneri di smaltimento per le imprese ed i dannosi effetti ambientali su qualità dell’aria e dell’acqua. 

Il recente DM Liquidità ha messo a disposizione per il tramite di banche, intermediari finanziari del credito ex 106 TUB, fondi alternativi di private debt, una teorica "potenza di fuoco" dei 400 miliardi di euro di garanzie a favore delle imprese seppur a oggi limitato dalla natura prevalentemente emergenziale della misura con effetto per lo più nel breve periodo: alleggerire gli assorbimenti di cassa a fronte di ricavi azzerati, prevedendo l’accesso teoricamente immediato a debito di liquidità insieme al rinvio delle scadenze fiscale nei prossimi due mesi. Mentre sarebbe necessario anche pianificare strumenti di finanziamento straordinari per investimenti strategici con un orizzonte di lungo termine, tra cui quelli oggetto del PNIEC, per fare in modo che le imprese e pubbliche amministrazioni possano trasformare i loro processi e il proprio modello di business al futuro contesto di mercato iper-digitalizzato e fortemente orientato a tutelare l’ambiente e la salute delle persone.

Dal punto di vista del mercato dei capitali sarà determinante implementare un piano straordinario di sustainable funding con rafforzati stimoli fiscali a favore del risparmio. In tale contesto, le SGR italiane con expertise nei private asset dovranno necessariamente giocare un ruolo determinante, attraverso l’offerta di nuovi strumenti di finanza alternativa (equity e debito) per attrarre capitali privati a lungo termine da impiegare in modo efficiente e flessibile in investimenti sostenibili illiquidi che presentino maggiore resilienza ai rischi di mercato ancorché ridotti tramite garanzie di Stato, minore volatilità e assorbimenti di capitale con un misurabile impatto anche su KPI’s di natura ambientale e sociale (ESG). Oggi, ancor più di prima, il fintech consentirà una gestione e un monitoraggio dei rischi sia finanziari che ESG in modo molto efficiente anche negli asset alternativi illiquidi destinati a finanziare un crescente e diversificato numero di progetti green.

Investire nei real asset green in Italia rappresenterà un’opportunità per gli investitori professionali di lungo periodo che potranno beneficiare di portafogli con profili rischio-rendimento più prudenti e contribuire concretamente al rilancio economico del Paese vincendo questa grande sfida in modo più responsabile e sostenibile.

Evarist Granata, Amministratore Delegato ACP SGR Spa e Membro Commissione Private Debt AIFI

28/4/2020

 
 
 

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