La crescente importanza degli investimenti in infrastrutture come stimolo per l'economia reale

Gli investimenti in infrastrutture, capaci di stimolare importanti dinamiche economico-sociali e aumentare la competitività dei Paesi che li praticano anche nel lungo termine, sono già considerati un autentico pilastro dei diversi Recovery Plan europei: quale lo scenario italiano? Tre domande a Stefania Pisu, Director - Business Development di Generali Global Infrastructure (GGI)

A cura di Generali Global Infrastructure*

Ancor di più nell'attuale scenario economico-finanziario fortemente condizionato da COVID-19, gli investimenti in infrastrutture rappresentano una scelta indispensabile per creare valore e supportare concretamente la ripresa dei diversi Paesi, offrendo al tempo stesso buoni rendimenti, diversificazione, stabilità e resilienza nel lungo periodo. L'impatto della crisi, le opportunità offerte dal mercato italiano e le strategie di approccio potenzialmente più efficaci: ne abbiamo parlato con Stefania Pisu, Director - Business Development di Generali Global Infrastructure (GGI). 

 

Buongiorno Stefania, iniziamo con la prima domanda: qual è stato, secondo GGI, l’impatto della crisi sul mercato infrastrutturale? 

L'infrastruttura ha un forte carattere anti-ciclico, è una classe di attivo solida ed è una delle poche in grado, soprattutto in periodi di incertezza economica, di unire capitale pubblico e privato verso investimenti capaci di dare immediatamente nuovo slancio all’economia e di avere impatti finanziari ed extra-finanziari positivi nel lungo termine. Per i governi di tutto il mondo, l’attuale contesto di mercato rappresenta un'ottima opportunità per accelerare cambiamenti strutturali importanti, come la transizione energetica e la digitalizzazione, facendo leva sugli investimenti infrastrutturali. Nonostante la crisi, possiamo constatare che il mercato è rimasto e rimane attivo, con una solida pipeline di opportunità di investimenti - alcune più remunerative del periodo precedente alla crisi sanitaria - in particolar modo nei settori essenziali dell’infrastruttura come le energie rinnovabili, le telecomunicazioni e le infrastrutture sociali.  

Si calcolca che nell'Unione Europea, da qui al 2035, saranno necessari circa 2.000 miliardi di euro per finanziare il bisogno di infrastrutture con le banche sempre meno in grado di sostenere tali operazioni di finanziamento e le finanze pubbliche indebolite. Il capitale privato è quindi indispensabile e la remunerazione è interessante. Gli attivi infrastrutturali che forniscono beni o servizi essenziali hanno dimostrato un buon livello di resilienza. Ciò è particolarmente vero per i servizi pubblici (acqua, gas, elettricità), i progetti legati alle energie rinnovabili, sostenuti da contratti o sussidi, le infrastrutture sociali e le reti di telecomunicazione. In generale,  si tratta di  attivi che beneficiano di flussi di cassa di lungo termine, contrattualizzati o regolamentati e che godono di posizioni competitive privilegiate nel loro contesto operativo. Abbiamo potuto osservare che la maggior parte dei processi di finanziamento avviati prima della crisi su asset solidi sono stati completati in buone condizioni e in alcuni settori possiamo vedere un discreto numero di nuove transazioni e di nuovi processi di finanziamento. Le transazioni con esposizione al rischio di costruzione e i settori maggiormente impattati dalla crisi come quello dei trasporti hanno invece registrato un certo rallentamento, con alcune eccezioni per asset già operativi, diversificati e dotati di un solido track record. Crediamo che concentrarsi su attivi core e difensivi, insieme a un livello molto elevato di selettività, permetterà di continuare ad offrire agli investitori portafogli diversificati e con un profilo rischio-rendimento interessante.

 

In questo contesto, quali sono le opportunità d’investimento più interessanti a supporto della ripresa economica secondo GGI?

Gli investimenti nelle infrastrutture stimolano importanti dinamiche economico-sociali in quanto creano non solo nuovi posti di lavoro ma, per effetto moltiplicatore, aumentano la competitività di un Paese nel lungo termine. I settori che emergono come strumenti fondamentali per il rilancio delle economie, e che sono considerati come pilastri all’interno dei diversi Recovery Plan in Europa, sono i settori delle telecomunicazioni, delle energie rinnovabili e delle infrastrutture sociali. Per affrontare l'emergenza legata all’attuale crisi sanitaria privilegiamo settori e attivi che dimostrano solide caratteristiche ESG, capaci di generare un impatto positivo a sostegno di una ripresa sostenibile delle economie europee.  

In quest’ottica, sia in Italia che in Europa, prevediamo di realizzare importanti investimenti per ridurre il divario tra infrastrutture esistenti ed infrastrutture necessarie. In particolar modo, la nostra strategia è volta a favorire la transizione energetica attraverso investimenti in energie rinnovabili, la mobilità sostenibilel’accelerazione della digitalizzazione con investimenti in reti di fibra ottica e torri di telecomunicazione e, infine, l’infrastruttura sociale, investendo nel sistema sanitario per creare capacità ospedaliere aggiuntive e moderne, e in scuole e università che sono fondamentali per la crescita sostenibile di un Paese.

 

Qual è la strategia di investimento adottata da Generali Global Infrastructure?

Investiamo in attivi infrastrutturali di tipo core, ossia essenzialmente infrastruttura che opera all’interno di un mercato monopolistico o quasi monopolistico e altamente regolamentato. Privilegiamo infatti progetti con una bassa correlazione ai cicli economici, ai mercati pubblici e all'evoluzione dei prezzi delle materie prime e dell'energia. Investiamo in infrastrutture basate su attivi stabili, che generano flussi di cassa prevedibili e regolari e sono caratterizzati da una bassa volatilità.  Nell’attuale scenario di mercato, abbiamo concentrato la nostra attenzione verso i settori che si sono dimostrati maggiormente difensivi e resilienti come gli asset regolamentati, le energie rinnovabili, le telecomunicazioni e le infrastrutture sociali. Consideriamo anche il settore dei trasporti, ma nella misura in cui il rischio di traffico sia contenuto.  

ll nostro universo di investimento include un’ampia gamma di settori e aree geografiche, lungo l’intera struttura del capitale di debito. Questo approccio nasce dalla forte convinzione che una strategia ben diversificata sia fondamentale per assicurare profili di rischio/rendimento interessanti per i nostri investitori. Inoltre, l’applicazione di una metodologia ESG proprietaria, progettata per favorire la scelta di asset a impatto positivo sull’economia è totalmente integrata nel nostro processo d’investimento, al fine di selezionare i migliori investimenti non solo dal punto di vista dei ritorni economici ma anche della loro sostenibilità. Selezioniamo gli investimenti che contribuiscono positivamente agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e tutti i nostri portafogli sono costruiti affinché siano compatibli con l’Accordo di Parigi, nel rispetto dell’impegno di contenere il riscaldamento globale al di sotto della soglia di 2°C. La strategia e l’alto livello di selettività adottati finora hanno protetto i nostri investitori dall'esposizione ai settori più gravemente colpiti dalla crisi pandemica.

A oggi, abbiamo investito attraverso i nostri fondi in numerosi progetti in tutta Europa, prevalentemente in operazioni Investment Grade (IG), ma il sostegno dei vari piani di rilancio e la forza della nostra piattaforma permettono di cogliere numerose opportunità per poter contribuire attivamente ad una ripresa sostenibile dell’Italia e delle economie europee anche attraverso investimenti a più alto rendimento, capaci di offrire diversificazione, stabilità e resilienza nel lungo periodo.

*A cura di Generali Global Infrastructure (GGI)

9/3/2021


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