Non solo redditizio, ma anche sostenibile: gli investimenti ESG alla prova del retail

Cresce l’interesse dei grandi investitori e degli operatori finanziari verso gli investimenti sostenibili e responsabili. Quale invece la consapevolezza dei risparmiatori italiani nei confronti della finanza SRI e delle tematiche ESG?

Mara Guarino

Secondo l’ultima edizione della Global Sustainable Investment Review, in Europa si concentra più della metà delle masse mondiali gestite secondo criteri di sostenibilità: le dimensioni del mercato SRI in rapporto al volume complessivo degli asset gestiti a livello professionale sono tali che ogni 2 dollari investiti almeno uno è gestito secondo strategie SRI e che, nel solo 2017, sono stati lanciati più di 160 prodotti che dichiarano di adottare strategie d’investimento sostenibile. 

Sebbene con una crescita moderata, ma costante, anche l’Italia rivela di stare al passo. In linea con la tendenza europea, il settore è guidato dai grandi investitori istituzionali, ma è soprattutto il segmento retail a mostrare enormi potenzialità, al momento non sfruttate, sotto l’effetto di spinte tra loro contrastanti. 

Come evidenziato infatti dalla ricerca "L’investitore responsabile", realizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile e da Doxa, l’importanza attribuita dai risparmiatori italiani agli investimenti sostenibili e responsabili è in realtà molto elevata. Eppure, la consapevolezza sul tema da parte del mondo retail non è ancora particolarmente strutturata: a distanza di quattro anni dalla realizzazione della prima edizione della survey, malgrado un complessivo aumento delle conoscenze in materia, i concetti che i risparmiatori associano ai temi ESG restano piuttosto circoscritti (tutela ambientale e rispetto dei diritti umani e sociali i più citati) e ancora relativamente diffusa è ad esempio la convinzione che una particolare attenzione nei confronti di elementi sociali, ambientali o di governancenon possa coniugarsi efficacemente con rendimenti e profitto. Ma, soprattutto, resta ancora limitata la propensione a investire in prodotti SRI, spesso a quasi esclusivo appannaggio dei soli risparmiatori più “esperti” e con maggiore propensione alla diversificazione del proprio portafoglio. 

Un parziale scollamento tra intenti ed effettiva composizione dei portafogli che, se da un lato, lascia appunto supporre ampi margini di crescita per la finanza SRI all’interno del mondo retail, dall’altro induce a riflettere sulla necessità di “contromisure” e, in particolar modo, sulla necessità di una maggiore educazione finanziaria tout court e, ancor di più, sui temi della sostenibilità.

Come attivare quindi questo potenziale ancora inespresso? Questo lo spirito che anima il manuale presentato in occasione dell’evento della Settimana SRI 2018 “Finanza sostenibile, vantaggi per gli investitori e per la società”, un manuale dedicato in particolar modo a private banker, consulenti finanziari e reti di vendita, veri possibili protagonisti del processo di traduzione della “propensione SRI” in effettive scelte d’investimento. E, la ragione, arriva ancora una volta dai numeri e, più precisamente, dall’indagine sulla figura dell’investitore responsabile così come dipinta dal Forum per la Finanza Sostenibile: il 58% del campione intervistato rivela infatti di non aver considerato investimenti sostenibili e responsabili semplicemente perché non gli sono stati proposti. Una percentuale che assume un peso ancora maggiore se si tiene conto del fatto che il 38% degli intervistati dichiara di investire solo in prodotti consigliati, manifestando grande fiducia nei confronti del proprio istituto bancario e assicurativo o del proprio consulente finanziario. 

Fonte: “Il risparmiatore responsabile in Italia” (anno 2017)

Ne consegue che, inevitabilmente, il ruolo di banche, assicurazioni e consulenti è cruciale per favorire una maggiore diffusione dei prodotti SRI tra i cosiddetti “piccoli risparmiatori”. Una sfida nient'affatto semplice che richiede la capacità di illustrare i principali criteri alla base delle strategie di investimento sostenibile in un’ottica divulgativa, valorizzando le ricadute socio-ambientali ed economiche degli investimenti sostenibili e responsabili, ma anche rischi e opportunità connessi all’integrazione dei criteri ESG, con l’obiettivo di instaurare un dialogo capace di portare a scelte sì “attente”, ma anche e soprattutto consapevoli e in linea con i propri obiettivi.  

Mara Guarino, Itinerari Previdenziali

26/11/2018

 
 

Ti potrebbe interessare anche