Economia reale, Trentino vs Italia: numeri, difficoltà e prospettive

Cosa significa investire in economia reale italiana? Best practices, criticità e prospettive per il futuro: ne abbiamo parlato con la dott.ssa Ivonne Forno, Direttore Generale Fondo Pensione Laborfonds

Niccolò De Rossi e Gianmaria Fragassi

Il Fondo Pensione Laborfonds, fondo pensione complementare per i lavoratori dipendenti del Trentino-Alto Adige, si distingue ormai da alcuni anni nel panorama nazionale e internazionale per l’elevato grado di innovazione finanziaria, la sensibilità rispetto alle tematiche ESG e le ricadute positive sul territorio di appartenenza, grazie a una serie di sinergie e progetti condivisi. Al 30 giugno 2018 gli aderenti al fondo sono 119.266 (+1.879 rispetto a fine 2017) e il patrimonio supera i 2,6 miliardi di euro.

Anche alla luce del nuovo scenario macroeconomico, in cui le tradizionali asset class non garantiscono rendimenti paragonabili a quelli del passato, rivolgere lo sguardo a prodotti alternativi può essere una necessità quanto una sfida: ne abbiamo parlato con Ivonne Forno, Direttore Generale Fondo Pensione Laborfonds. 

Date le caratteristiche e considerata la funzione territoriale del vostro fondo, che cosa rappresenta per voi “l’investimento in economia reale”? Quali sono stati gli obiettivi che vi hanno spinto per l’inserimento nell’ AAS di investimenti a sostegno dell’economia reale del Paese?

Il Consiglio di Amministrazione del Fondo ha deciso di allocare la parte “satellite” (pari al massimo al 10%) del patrimonio della Linea Bilanciata - le cui masse ad oggi sono di 2,1 miliardi di euro - in investimenti “alternativi” (FIA), con focus nell’economia reale. La parte “satellite” del patrimonio della Linea Bilanciata è gestita direttamente da parte del Consiglio di Amministrazione del Fondo attraverso investimenti in FIA chiusi. La ratio di tale scelta risiede nella ricerca del miglior trade off rischio-rendimento, di ulteriore diversificazione, nonché di possibili sinergie e ricadute positive (dirette e indirette) sul territorio di riferimento.

In particolare il Fondo investe in due FIA con focus regionale: Il Fondo Strategico Trentino Alto Adige (FIA di private debtriesce infatti a restituire alle aziende della Regione parte della liquidità raccolta dalle stesse sotto forma di TFR e di contribuzione e sta assicurando, allo stesso tempo, i rendimenti che Laborfonds si è prefissato di perseguire; inoltre, con l’emissione dei minibond le aziende coinvolte hanno potuto sviluppare progetti innovativi e strategici, aumentare il fatturato e incrementare i posti di lavoro, creando una sorta di circolo virtuoso. Lo scopo del Fondo Housing Sociale Trentino (FIA di social housing) consiste nella strutturazione ed implementazione di iniziative immobiliari da locare a canone moderato alle famiglie che vivono nel medesimo territorio nel quale il Fondo Pensione ha le proprie radici: un’altra formula attraverso la quale Laborfonds, perseguendo un adeguato rendimento per i propri aderenti, sostiene gli stessi e le rispettive famiglie, garantendo loro la possibilità di accedere ad alloggi edificati e/o ristrutturati secondo le più moderne tecniche di edilizia ed efficienza energetica. Ai due FIA con focus regionale si aggiunge poi il Quadrivio Green Energy Fund, che investe in iniziative di energie rinnovabili nel contesto italiano (idroelettrico, fotovoltaico e biomasse). In via generale siamo dell’avviso che, per un investitore di medio-lungo periodo come il fondo pensione, gli investimenti alternativi possano essere un valido elemento non solo di diversificazione ma anche un'importante fonte di rendimento. 

La limitata diffusione di tali investimenti nei portafogli degli investitori istituzionali fa pensare a molteplici difficoltà incontrate nella realizzazione degli stessi: è effettivamente così?

Confermo che le difficoltà incontrate nella realizzazione degli investimenti alternativi, attraverso la gestione diretta, sono state e sono tuttora molteplici. Per prima cosa la struttura organizzativa del Fondo (nello specifico la Funzione Finanza) deve essere strutturata e formata in maniera adeguata. Fondamentali e necessari una serie di impegni che il Fondo Pensione ha chiesto e chiede di prassi ai GEFIA selezionati in termini di governance (partecipazione all’Advisory Board del FIA), di flussi informativi, di reportistica ad hoc. È inoltre essenziale la formazione continua della struttura del Fondo, trattandosi di asset class non tradizionali e in continua evoluzione. Ulteriori difficoltà sono determinate dall’attuale normativa in tema di limiti di concentrazione (il Fondo Pensione non può detenere oltre il 25% degli asset di un FIA), piuttosto che da quella in materia fiscale, in alcuni casi non pienamente “allineata” alle possibilità di investimento: a titolo di esempio la Legge di Bilancio 2017 n. 232/2016 prevede agevolazioni fiscali per gli investimenti effettuati in economia reale italiana attraverso strumenti di capitale, ma non (più) di debito, con una serie di vincoli, non facili da rispettare da parte del Fondo Pensione, quali ad esempio quello riguardante il reinvestimento degli utili. Investire in “alternativi” è in un certo senso anche una decisione di investimento forte rispetto alla propria organizzazione interna. Servono professionalità, skills di tipo giuridico, finanziario, operativo. Serve forte commitment e motivazione in quanto si tratta di percorsi lunghi (spesso di parecchi mesi). Questa è una delle ragioni per le quali, nei beauty contests che attiviamo per la selezione dei FIA, ricerchiamo GEFIA che abbiano nell’ambito della propria organizzazione – se esteri – adeguate strutture di riferimento nel contesto italiano.

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Come già evidenziato, la vostra connotazione di Fondo territoriale ha fatto in modo di destinare parte delle vostre risorse direttamente a sostegno del Trentino-Alto Adige: che peso ricoprono tali investimenti sul totale del vostro patrimonio? 

L’investimento nell’economia reale da parte di Laborfonds è iniziato, nel 2015, proprio con la sottoscrizione del Fondo Strategico Trentino Alto Adige, fondo comune di investimento mobiliare chiuso riconducibile alla tipologia del private debt. È proseguito con investimenti in strategie diversificate che includono il private equity (World), gli investimenti nell’ambito delle energie rinnovabili/efficientamento energetico (Italia), le infrastrutture (Europa) e il social housing territoriale (cfr. Fondo Housing Sociale Trentino). Il commitment nel Fondo Strategico Trentino Alto Adige ammonta a 53,4 milioni di euro (a oggi ne è stato richiamato il 70%), 5 milioni di euro quello nel Fondo Housing Sociale Trentino (interamente richiamato): il peso complessivo di questi due investimenti rispetto all’intero patrimonio del Fondo Pensione (aggiornato al 30 giugno 2018) è pari al 2,2% (2,8% rispetto al patrimonio della Linea Bilanciata).

Augurandoci che il vostro caso possa rappresentare sempre di più un esempio virtuoso, quali sono i consigli che può fornire a quegli investitori istituzionali che decidessero di intraprendere il percorso di avvicinamento all’investimento in economia reale?

Crediamo molto nella condivisione delle esperienze e nella partecipazione attiva alla definizione di best practices, non solo relativamente agli investimenti. Nessun consiglio, bensì condivisione di esperienze a beneficio del sistema. Gli investimenti “alternativi” sono, a tutti gli effetti, un asset class a sé stante e diversificata rispetto alle attività “tradizionali”, coerente con l’orizzonte temporale di lungo periodo dei fondi pensione e caratterizzata da una tendenziale stabilità e prevedibilità dei rendimenti prospettici sugli orizzonti medio lunghi. Inoltre, come accennato prima, l’ulteriore diversificazione implementata con tali strumenti, che mostrano decorrelazione nei confronti delle asset class dei portafogli “core”, permette di raggiungere rendimenti maggiori e costanti nei periodi di difficoltà dei mercati “tradizionali”.

Il contesto economico e di mercato (con rendimenti negativi della componente obbligazionaria a reddito fisso) ha svolto un ruolo importante nella decisione di apertura della politica di investimento a nuove asset class per il collegato premio per l’illiquidità, la decorrelazione rispetto alle stesse, la stabilizzazione dei flussi cedolari e, perché no, anche i ritorni e gli effetti indiretti sull’economia reale

Alla luce degli aspetti positivi appena citati e nonostante le complessità da affrontare, ritengo che tale percorso possa essere intrapreso da parte degli investitori istituzionali. Le casse di previdenza e taluni fondi pensione preesistenti hanno “rotto il ghiaccio” molto prima dei fondi pensione negoziali. Si tratta di esperienze importanti da cui trarre spunti e da mettere a fattor comune.

Niccolò De Rossi e Gianmaria Fragassi, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

10/9/2018

 
 

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