Casse di Previdenza in buona salute, superata la prova del 2018

Gli enti che gestiscono ed erogano la previdenza di base dei liberi professionisti hanno dimostrato di saper tenere la barra dritta anche in un anno di forte turbolenza dei mercati finanziari: investimenti alternativi e diversificazione contribuiscono alla tenuta dei portafogli

Niccolò De Rossi

Il quadro generale che emerge dal Sesto Report “Investitori istituzionali italiani: iscritti, risorse e gestori per l’anno 2018” curato dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali restituisce complessivamente un andamento positivo per Fondi Pensione, Casse di Previdenza e Fondazioni di origine Bancaria, seppur con le rispettive differenze. Si conferma infatti il trend positivo rilevato anche negli anni precedenti disegnando un mercato degli investitori istituzionali progressivamente in espansione, sempre di maggior rilievo e con ampi margini di ulteriore sviluppo. Se infatti per i fondi pensione e le Casse privatizzate continua l’aumento sia degli iscritti che del patrimonio nonostante l’andamento negativo dei mercati finanziari, per le Fondazioni bancarie, a fronte di una performance lorda di +2,7%, si riduce anche nel 2018 l’attivo patrimoniale. Occorre tuttavia considerare il rilevante importo delle erogazioni, oltre 24 miliardi tra il 2000 e il 2017 che, sommati al patrimonio, farebbero raggiungere i 70 miliardi di euro. Erogazioni avvenute inoltre in un periodo di lunga crisi e in cui le banche conferitarie hanno visto fortemente ridursi le proprie quotazioni.

Focalizzando però l’attenzione sulle Casse privatizzate dei liberi professionisti, le analisi condotte da Itinerari Previdenziali sui bilanci 2018 dei vari enti rilevano un andamento positivo del settore delle libere professioni e un’asset allocation aggregata che presenta caratteristiche ben definite. Oltre a presentare un rapporto attivi/pensionati di tutto rispetto (3,9), l’incremento totale dell’attivo patrimoniale rispetto al 2017 è pari al 5,32%, dato certamente zavorrato dalla difficile gestione degli asset in relazione alla flessione generalizzata dei mercati finanziari. Nonostante questo, la crescita degli attivi patrimoniali dimostra, anche se in lieve riduzione rispetto all’anno precedente, come questa sia stata sostenuta in buona parte dall’aumento della contribuzione dei liberi professionisti. Un segnale quindi positivo del progressivo miglioramento dello stato di salute delle diverse professioni.

In relazione agli investimenti effettuati dalle 19 Casse analizzate nel Report, quasi il totale degli 82,92 miliardi di euro di attivo patrimoniale sono gestiti in via diretta, contrariamente a quanto avviene per fondi pensione negoziali e preesistenti, condizionati però dalla più stringente regolamentazione in tema di investimento diretto, che prediligono invece l’affidamento delle risorse tramite mandati di gestione. In linea con gli anni precedenti infatti, le Casse privatizzate rivolgono più dell’80% dell’attivo patrimoniale all’investimento in forma diretta. Tale caratteristica è indicativa della grande crescita dimensionale e professionale che le Casse hanno registrato negli anni, investendo sulle proprie strutture interne sia in competenze tecniche sia nel consolidamento di una governance forte e soprattutto adeguata ai grandi patrimoni in gestione.

Se il 2017 è stato un anno molto positivo per gli investimenti nei tradizionali mercati finanziari, il 2018 ha dimostrato invece come le numerose variabili in gioco rendano spesso la vita difficile anche a investitori professionali e abituati a gestire scenari mutevoli. L’ormai pluriennale stagione di politica monetaria espansiva e con tassi di interesse ai minimi storici costringono infatti tutti i grandi patrimoni prudenti, in particolare quelli previdenziali, a una profonda riflessione in termini di rischio/rendimento. A questo si aggiunge l’aumento delle volatilità sul mercato azionario, influenzato in particolar modo dalle tensioni geopolitiche internazionali, acuite dallo scontro commerciale tra USA e Cina, dall’incertezza causata dal duello tra Regno Unito e Europa sulla Brexit e la poca coesione dei vari Paesi del Vecchio Continente in tema di flussi migratori. Un mix macroeconomico che alimenta trend discontinui sui listini mondiali e che, inevitabilmente, condiziona le politiche di investimento anche delle Casse privatizzate.

Grafico 1 - Investimenti diretti 2018 e tipologie di OICR 2017 - 2018

Fonte: Sesto Report "Investitori istituzionali italiani: iscritti, risorse e gestori per l’anno 2018"

Per mitigare quindi gli effetti che tale scenario produce sulle performance e sul rischio da sopportare per ottenerle, anche per il 2018 le Casse privatizzate confermano la predilezione per l’investimento attraverso l’acquisto diretto di quote di fondi tradizionali OICR e alternativi FIA, che insieme superano il 50% dell’investimento diretto complessivo (oltre 65 miliardi). In particolar modo, c’è una tendenza generalizzata nel cercare rendimento aggiuntivo attraverso l’acquisto di fondi con strategie attive. Se si entra infatti nel dettaglio dell’investimento per tipologia di OICR acquistati e il loro confronto con il 2017, come riporta il grafico, si rileva uno spostamento di risorse verso gestioni attive o comunque innovative e altamente diversificate. A fronte infatti di una consistente riduzione nel ricorso a OICR obbligazionari (-10,65%), bilanciati (-4,45%) e azionari (-4,22%), cresce l’esposizione verso fondi di investimento definiti “Altro” (+19,34%) ovvero total/absolute return, con obiettivo di rendimento o comunque senza benchmark, dove l’attività di selezione dei titoli del gestore può fare effettivamente la differenza in termini di ritorni finanziari.

Per gli investimenti alternativi si conferma schiacciante l’acquisto di FIA immobiliari, che rappresentano oltre l’80% del totale investito in tali strumenti anche se in riduzione rispetto al 2017. Tale riduzione ha favorito in particolar modo l’investimento in private equity e fondi infrastrutturali, che raggiungono il 3,13% (1,82% nel 2017). L’incremento di tali investimenti consente alle Casse privatizzate di incrementare ulteriormente il loro supporto all’economia reale del Paese. Escludendo l’investimento in immobili e in titoli di Stato italiani, l’esposizione verso il tessuto produttivo italiano si attesta al 16,31% dal 14,6% registrato nel 2017.

Grafico 2 - Tipologie di FIA 2018 e confronto 2017 - 2018

Fonte: Sesto Report "Investitori istituzionali italiani: iscritti, risorse e gestori per l’anno 2018"

Le Casse dei liberi professionisti dunque, grazie al percorso di solidificazione e maturazione nella gestione dei propri attivi, dimostrano di essere ormai un investitore preparato e con asset allocation diversificate e robuste. Attraverso il crescente ricorso all’investimento in strumenti alternativi e nei mercati privati, che combinano ricerca di potenziale rendimento aggiuntivo e decorrelazione dall’andamento dei mercati tradizionali, le Casse sfruttano a loro favore questi due fattori chiave soprattutto in situazioni anomale come quelle riscontrate nel 2018.

Niccolò De Rossi, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali 

17/9/2019

 
 

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