Fondi pensione aperti, la tattica dello switch verso l'azionario

La tattica dello switch avrebbe consentito ai risparmiatori di sfruttare a proprio favore le forti correzioni avvenute in Borsa a seguito dello scoppio della pandemia di COVID-19? Alcune considerazioni a partire dai dati del Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali e dalle prestazioni registrate negli ultimi mesi dai fondi pensione aperti 

Leo Campagna

La fine del primo trimestre 2021 ha visto le 335 linee dei fondi pensione aperti censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali registrare una performance media mensile del +1,5% e del +1,4% trimestrale. Ma ha anche permesso di verificare la validità della tattica dello switch dalle linee a minore esposizioni alle asset class di rischio a quelle più esposte. Una tattica, quella dello switch, che consiste nello spostarsi dalle linee obbligazionarie o garantite a quelle bilanciate o azionarie oppure dalle linee bilanciate a quelle azionarie.

Questo approccio mira dunque a sfruttare le forti correzioni di Borsa per posizionarsi sulle linee di investimento più esposte alle azioni e che potrebbero beneficiare del successivo rimbalzo delle quotazioni. A marzo 2020, a seguito della correzione dei mercati finanziari sulla scia delle preoccupazioni della pandemia di COVID-19, le linee azionarie dei fondi pensione aperti hanno lasciato in media sul parterre il 10% circa: nello stesso mese le linee bilanciate hanno accusato perdite medie del 6,1%, le garantite del 3% e le obbligazionari del 2,7%. Nei 12 mesi successivi, da marzo 2020 a marzo 2021, le linee azionarie hanno invece messo a segno un rimbalzo del 26,3%, le bilanciate del 12,8% le garantite del 4% e le obbligazionarie del 3,7%.

Può essere allora utile calcolare cosa sarebbe accaduto a un risparmiatore che, a fine dicembre 2019, avesse accumulato quote in una linea obbligazionaria dei fondi pensione aperti per un controvalore di 100mila euro e che, dopo il travagliato mese di marzo 2020, avesse disposto lo switch di tutto l’importo nella linea bilanciata dello stesso fondo pensione aperto: a fine marzo 2021, le quote accumulate nella linea bilanciata varrebbero 111.045 euro. Se lo switch fosse stato invece ordinato dalla linea obbligazionaria a quella azionaria (sempre dello stesso fondo pensione aperto), il controvalore delle quote a fine marzo 2021 sarebbe ammontato a 124.800 euro. Se, infine, non fosse stato disposto alcuno switch, ovvero fossero state mantenute le quote nella linea obbligazionaria del fondo pensione aperto, il controvalore a fine marzo 2021 sarebbe stato pari a 101.939 euro.

Si provi poi a calcolare anche cosa sarebbe accaduto se, a fine dicembre 2019, i 100mila euro di controvalore fossero stati accumulati in quote di una linea bilanciata di un fondo pensione aperto per poi decidere lo switch alla linea azionaria dello stesso fondo nel marzo 2020. Ebbene, a fine marzo 2020, il capitale accumulato nella linea azionaria ammonterebbe a 115.191 euro contro i 103.605 euro del controvalore della linea bilanciata nel caso in cui si fossero mantenute (senza cioè operare nessuno switch a marzo 2020) le quote di fine dicembre 2019. 

Leo Campagna

6/5/2021

 
 

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