Fondi pensione, il futuro è verde ma senza trascurare il grigio

Nei prossimi anni sarà sempre più importante per gli investitori guardare a fonti di rendimento sostenibili (in tutti i sensi): le aziende che hanno da subito impostato la loro attività all'insegna del rispetto dei criteri ESG partono avvantaggiate, ma anche gli elefanti grigi che si stanno adeguando in corsa offrono e offriranno presto opportunità da non sottovalutare

Leo Campagna

Le 330 linee dei fondi pensione aperti censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali hanno guadagnato in media a febbraio lo 0,1%. A guidare la corsa le linee azionarie (+1,8%), seguite a distanza da quelle bilanciate (+0,3%): indietro, e in territorio negativo, le linee bilanciate obbligazionarie (-0,2%), quelle garantite (-0,6%) e quelle obbligazionarie (-0,7%). Distanze che, amplificate, è possibile ritrovare anche nelle performance a 12 mesi. Infatti, a fronte di un rendimento medio annuo delle 330 linee del +3,5%, le linee a vocazione azionaria evidenziano un +9,6% medio, le bilanciate un +4,4%, le bilanciate obbligazionarie un +2,4%, le garantite un +0,5% e quelle a indirizzo obbligazionario un +0,4%.

Guardando in avanti sarà sempre più cruciale individuare fonti di rendimento sostenibili, in tutte le accezioni del termine. Negli ultimi anni è infatti cresciuta da parte degli investitori l’attenzione ai principi ESG (ambientali, sociali e di governance aziendale). Un fenomeno che, da approccio pionieristico o di nicchia, si è trasformato in orientamento più strutturale anche per effetto della maggiore consapevolezza delle tematiche ambientali tanto care alle nuove generazioni.

Oggi tutti gli asset manager sono attenti a introdurre processi di investimento ispirati o guidati da principi ESG e sono pienamente consapevoli di come e quanto le scelte di portafoglio possano fare bene non soltanto alle tasche degli investitori ma anche al futuro del pianeta. In quest’ottica, tuttavia, i responsabili degli investimenti devono fare un'attenta riflessione nelle loro scelte. 

L’orientamento crescente del mercato a favore dei temi ambientali ha finora premiato soprattutto gli innovatori nati verdi, cioè tutte quelle iniziative e imprese contraddistinte da un DNA sostenibile. Tuttavia, con il passare del tempo, verosimilmente da qui ai prossimi 10 anni, è destinato a crescere anche il numero degli “elefanti grigi”, cioè di tutta quella serie di compagnie attive nei settori dell’industria e del commercio tradizionali, che diventerà sostenibile non soltanto nelle dichiarazioni ufficiali ma anche nella ricerca e sviluppo, nella produzione, nella logistica, nella distribuzione, nel trattamento dei lavoratori e nelle pari opportunità. Se gli innovatori verdi riusciranno probabilmente a preservare un qualche vantaggio sfruttando soprattutto la loro agilità e flessibilità, gli elefanti grigi potranno far leva su altri fattori. Per esempio, potranno ripartire da una quota storica di mercato a loro favorevole (si pensi, per esempio, alle grandi case automobilistiche tedesche votate alla mobilità elettrica) e da valutazioni contenute. 

Leo Campagna 

2/4/2021

 
 

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