Fondi pensione negoziali, un anno dopo la profonda correzione di fine 2018

Nonostante le pesanti correzioni subite da tutte le principali asset class finanziarie nel quarto trimestre del 2018, le performance fatte registrare dai fondi pensione negoziali negli ultimi 12 mesi si mantengono in territori positivi: un risultato rassicurante che merita di essere approfondito

Leo Campagna

Un guadagno di mezzo punto percentuale: è questa la performance media registrata nel mese di settembre dei 103 comparti dei fondi pensione negoziali censiti dal "Comparatore dei Fondi" di Itinerari Previdenziali. In virtù di questo risultato, il bilancio da inizio anno dei fondi chiusi sale al +6,5% e al +3,8% se si considerano invece gli ultimi 12 mesi.

Un risultato annuale rassicurante, anche in ottica di medio-lungo termine, alla luce di due aspetti non secondari sui quali gli investitori devono riflettere. Il primo riguarda le aspettative di rendimento per i prossimi anni, che sono inevitabilmente state riviste al ribasso sia in ambito azionario e sia, soprattutto, nel reddito fisso. Nell’azionario, prendendo come riferimento Wall Street e il suo indice S&P 500, il rapporto prezzo-utile (p/e) a fine ottobre si attestava a 18,9 contro la media di lungo periodo che si colloca a 16. Tradotto in pratica significa che il rendimento atteso per l’investimento nel mercato azionario, calcolato come il reciproco del p/e, è proiettato al 5,29% (1/18,9) contro il 6,25% (1/16). D'altra parte, in ambito obbligazionario, i rendimenti attuali prossimi allo zero o, addirittura, in territorio negativo proiettano le performance a medio-lungo termine su livelli minimali a meno di aspettarsi rendimenti ancora più bassi di quelli attuali, scenario non impossibile ma francamente piuttosto improbabile.

Il secondo aspetto sul quale gli investitori dovrebbero riflettere nel valutare i rendimenti annuali dei fondi pensione negoziali realizzati a fine settembre 2019 attiene invece a quanto accaduto nel quarto trimestre 2018. Un trimestre nel quale quasi tutte le principali asset class finanziarie, sia azionarie sia obbligazionarie, hanno resgistrato pesanti correzioni, trascinando al ribasso anche il valore delle quote dei fondi pensione. Ritrovarsi dopo 12 mesi con un rendimento medio ampiamente positivo (+3,8%) assume un significato ancora più rilevante.

Ma c’è di più. Dal momento che i versamenti nei fondi pensione negoziali sono mensili, il rendimento ottenuto nei 12 mesi che vanno dall’ottobre 2018 al settembre 2019 risulta ancora superiore a quello della rivalutazione annuale del NAV. Alcuni esempi aiutano a comprendere meglio il concetto. Il comparto Mediafond azionario, la cui quota è salita dello 0,8% tra fine settembre 2018 e fine settembre 2019, tramite i versamenti mensili ha permesso di realizzare un rendimento del +4,2%. Il comparto bilanciato azionario Fonchim Crescita, dedicato ai lavoratori dell’industria chimica e farmaceutica, che negli ultimi 12 mesi ha registrato un aumento della quota dello 0,8%, tramite i versamenti mensili ha permesso di realizzare un guadagno annuale di tre punti percentuali. Un altro comparto bilanciato azionario, Fondaereo Prevalentemente azionario  crescita, per i piloti e gli  assistenti di volo, ha evidenziato addirittura una performance negativa annuale del valore della sua quota (-0,3%), mentre i versamenti mensili tra ottobre 2018 e settembre 2019 ha totalizzato un rendimento del 3,4%.

Leo Campagna 

8/11/2019

 
 

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