Fondi pensione negoziali, un trimestre da stress test

L'ultimo trimestre del 2018 è stato decisamente ostico per i fondi pensione negoziali, ma il recupero di gennaio dei principali indici azionari e obbligazionari lascia intuire segnali di ripresa

Leo Campagna

Ora che i dati delle quote di dicembre 2018 dei 102 i comparti dei fondi pensione negoziali censiti nel database di Itinerari Previdenziali sono disponibili, è possibile trarre un primo bilancio delle performance del 2018. Innanzitutto, il rendimento medio di dicembre si è attestato a -1,2% portando quello del quarto trimestre 2018 a -2,5%: dal momento che tale performance coincide con quella dell’intero 2018, si può pertanto affermare che il quarto trimestre 2018 sia stato fatale ai fondi pensione negoziali.

Va tuttavia ricordato che tra il primo ottobre e il 31 dicembre 2018, l’indice delle Borse mondiali (MSCI world) ha lasciato sul parterre il 12,4%, mentre l’indice Eurostoxx ha perso il 13,2%. Un trimestre che ha accusato forti turbolenze sui mercati che hanno visto aumentare l’avversione al rischio degli investitori internazionali per una concomitanza di fattori negativi coincidenti: dall’acuirsi delle dispute commerciali tra Washington e Pechino alla Brexit, dalla situazione politica in Italia e in Francia (con le proteste dei gilet gialli di Parigi), dal rallentamento delle economie europea, cinese e giapponese al programma di rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve statunitense. Fattori che hanno determinato un clima ostile da vero e proprio stress test per i portafogli.

Anche quelli dei fondi pensione negoziali ne hanno sofferto, ovviamente in modo diverso a seconda del differente profilo di rischio dei singoli comparti. Per avere un’idea di quali siano stati i contraccolpi all’interno dei fondi pensione negoziali, abbiamo classificato le perfomance trimestrali dei 102 comparti per fascia di rendimento. Sono 22 le linee che hanno registrato un risultato positivo tra un +0,1% e un +0,6% mentre altre due hanno chiuso il trimestre con un valore della quota sostanzialmente identico. Dodici comparti sono riusciti a limitare le perdite trimestrali entro il punto percentuale, mentre sono state 29 quelle che hanno accusato un arretramento trimestrale del valore della quota tra -1% e -3%. Quelle invece che evidenziano perdite tra il -4% e il -5% son state 15 mentre le peggiori, le linee con una arretramento del nav tra ottobre e dicembre 2018 superiore ai cinque punti percentuali, sono state 22.

Il recupero di gennaio dei principali indici azionari (MSCI world in euro: +7,3%) e di quelli obbligazionari (indice JPMorgan dei titoli di stato internazionali: 0,9%) fa ipotizzare che una buona parte di queste perdite trimestrali possa essere già stata recuperata anche dai fondi pensione negoziali. Aspettiamo i dati ufficiali dei nav di gennaio 2019 per averne conferma.

Leo Campagna 

22/2/2019

 
 
 

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