PIP, cosa rivela la correzione dei mercati di settembre

Rendimento medio negativo a settembre per le unit linked collegate ai PIP censiti dal Comparatore dei Fondi di Itinerari Previdenziali: la severa correzione dei mercati finanziari dello scorso mese fa sentire i suoi effetti anche sui Piani Individuali Pensionistici, che proiettano a -6,4% il rendimento medio da inizio anno

Leo Campagna

La correzione di settembre dei mercati finanziari ha fatto sentire gli effetti anche sulle quote dei PIP. Il rendimento medio delle unit linked collegate ai PIP censiti dal Comparatore dei Fondi di Itinerari Previdenziali ha segnato a settembre un -1,7%, con le linee a indirizzo azionario che hanno lasciato sul parterre poco meno di quattro punti percentuali (-3,9%). Risultati che proiettano a -6,4% il rendimento medio da inizio anno e a -3,4% quello a 12 mesi: relativamente alle sole linee a vocazione azionaria, invece, la performance media da inizio anno si attestava a fine settembre a -13,7%, mentre quella a 12 mesi si posizionava a -8,5%.

Nel mese di settembre i mercati finanziari hanno sperimentato un clima di avversione al rischio che ha ribadito l’importanza di disporre di un portafoglio bilanciato. Gli investitori hanno cercato di conferire stabilità alla loro asset allocation, e hanno constatato che i titoli di Stato di più alta qualità (quelli dei cosiddetti Paesi core come, per esempio, Germania e Stati Uniti) possono svolgere ancora questa funzione. Infatti mentre le azioni USA hanno perso nel mese il 3,8%, i titoli di Stato dei Paesi emergenti l’1,85%, l’high yield globale l’1,02% e il credito investmente grade lo 0,78%, i titoli di Stato dei mercati sviluppati hanno guadagnato in media lo 0,66%. I bund tedeschi, in particolare, hanno messo a segno un rialzo del +1,03%, nonostante a inizio mese evidenziasse un tasso di rendimento a 10 anni del  -0,4%, dimostrando che anche le obbligazioni con rendimenti negativi possono costituire in questa fase un elemento stabilizzante per un portafoglio. 

Tuttavia, guardando al medio lungo termine, le riflessioni che gli investitori devono fare sono altre. L’unica certezza in questa fase di massima incertezza (economica, sanitaria, sociale) è che le banche centrali di tutto il mondo sviluppato sono disposte a sostenere con ogni mezzo la ripresa economica. Inoltre c’è la propensione a sostenere anche politiche fiscali espansive con massicci acquisti di titoli di debito sul mercato. Tradotto in pratica è molto probabile che per altri 3-4 anni i tassi stazionino intorno agli attuali livelli minimi.

Per ricavare extra rendimento, quindi, sarà ancora necessario rivolgersi alle asset class di rischio (azioni, obbligazioni societarie, mercati emergenti ecc.) accettando le inevitabili fluttuazioni dei mercati.

Leo Campagna 

23/10/2020

 
 

Ti potrebbe interessare anche