PIP, febbraio-marzo 2020 come settembre-ottobre 2008

L'impatto del nuovo coronavirus sui mercati è stato tale che nessuna delle linee di united linked collegate a PIP censite dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali è riuscita a far registrare un andamento positivo nel primo trimestre dell'anno: nel solo mese di marzo, la perdita media è stata del 12%. Il confronto con il 2008 e i possibili scenari per il futuro

Leo Campagna

La perdita media nel mese di marzo 2020 delle linee di unit linked collegate a PIP censite dal Comparatore dei Fondi di Itinerari Previdenziali si è attestata al -12%. Una correzione che porta a -14,4% la performance media nel primo trimestre di quest’anno: nessun comparto è riuscito a registrare un rendimento positivo né a marzo e nemmeno nel primo trimestre, a dimostrazione di quanto sia stato profondo il tonfo dei mercati finanziari e di quanto poco abbiano funzionato le decorrelazioni e le asset class considerate beni rifugio.

Per cercare di contestualizzare meglio quanto accaduto sui mercati finanziari dall’esplosione della diffusione del contagio da nuovo coronavirus al di fuori dell’Asia abbiamo provato ad analizzare le grandi correzioni degli ultimi 20 anni verificando le perdite accusate dalle unit linked bilanciate e azionarie globali presenti in tutte le crisi. La correzione del bimestre febbraio-marzo 2020 è di portata identica a quella del bimestre settembre-ottobre 2008, ovvero quella scattata a seguito del crac della banca d’affari USA Lehman Brothers. In quei due mesi la perdita media delle linee bilanciate ammontò al -13,1%, mentre nel bimestre febbraio-marzo 2020 si è attestata a -13,2%: la caduta media delle linee azionarie nel settembre-ottobre 2008 fu del -21,1% e nel bimestre febbraio-marzo 2020 del -21,4%.

Inquadriamo l’entità della correzione in atto con le altre crisi. Nel settembre 2001, a seguito dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, le unit linked bilanciate persero in media il 6,9% e quelle azionarie il 10,8% Nella crisi del debito sovrano della zona euro, tra luglio e novembre 2011, le unit linked bilanciate accusarono una contrazione media del 9,4% e quelle azionarie il 14,3%. Nel giugno 2016, dopo la vittoria a sorpresa del fronte della ‘Brexit’ al referendum britannico, le unit linked bilanciate arretrarono in media il 4% e quelle azionarie del 7,3%. Infine, nel quarto trimestre 2018, in cui l’indice S&P 500 arrivò a sfiorare una perdita del 20%, le unit linked bilanciate scesero in media del 6,2% e quelle azionarie il 10,3%.

Proseguendo nel confronto, se l’attuale crisi ripercorresse le orme di quella del 2008-2009, le linee bilanciate delle unit linked collegate ai PIP dovrebbero scendere ancora del 6,4% nei prossimi mesi e quelle azionarie del 12,9% prima di toccare i minimi da cui ripartire.

Leo Campagna

23/4/2020

 
 

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