Previdenza complementare, un'idea di investimento per i prossimi 10 anni

Anche i mercati finanziari stanno vivendo un momento difficile a causa di COVID-19: se è vero che l'incertezza non aiuta, lo è altrettanto che gli aderenti alla previdenza complementare hanno dalla loro parte costanza e prospettive di lungo termine. Come fronteggiare quindi l'attuale fase di crisi? 

Leo Campagna

Al momento nessuno è ancora in grado di stimare con un buon margine di certezza gli impatti sanitari, sociali ed economici causati dalla diffusione del coronavirus al di fuori dell’Asia. Alcune case d’investimento hanno ipotizzato scenari da recessione profonda, ma temporanea (cioè in buona parte riassorbibile entro la fine dell’anno), mentre altre ipotizzano invece un periodo di 12-18 mesi prima di una cura efficace o di un vaccino. Per i mercati finanziari e, a cascata, per gli investitori è quanto di peggio ci possa essere perché l’incertezza determina l'impossibilità di trovare un punto di minimo da cui poter ripartire. In tutti i casi, è probabile che se anche questo punto fosse ragionevolmente individuato, la ripresa possa essere a ‘U’; più improbabile - ma non impossibile - una ripresa ad ‘L’, con un graduale recupero delle attività spalmato in alcuni anni prima di ritoccare i livelli di crescita pre-coronavirus.

Per chi si sta costruendo una pensione di scorta è importante sapere se ci si avvia verso una ripresa a ‘U’ piuttosto che a ‘L’: nel primo caso, con un buon fondo pensione bilanciato, potrebbero infatti bastare 24-36 mesi per recuperare i valori pre-crisi, come accaduto nel caso della crisi iniziata a fine giugno 2007 con i primi scricchiolii dei mutui subprime USA che portarono poi al crac della Lehman Brothers nel settembre 2008 e alla grande crisi 2008-2009. Nel secondo scenario, invece, sarebbero necessari tra 48 e 60 mesi, come nel periodo 2000-2005 quando, allo scoppio della bolla internet delle società dot-com del 2000, fece seguito l’attentato alle Torri Gemelle (settembre 2001), che accentuò e prolungò la recessione economica già in atto. 

Che fare? Dal momento che costruire la propria pensione complementare è un esercizio di lunghissimo termine e di costanza (tramite versamenti periodici mensili o trimestrali), si può pensare a una strategia che sfrutti questi due aspetti peculiari. Se si ha davanti un arco di tempo lavorativo ancora sufficientemente lungo (10 anni) si può pensare di effettuare uno switch da un comparto con profilo di rischio inferiore a uno con maggiore esposizione al rischio: per esempio, da un comparto bilanciato (BIL) a uno azionario (AZ), oppure da un bilanciato obbligazionario misto (BOB) a uno bilanciato (BIL).

Per capire l'impatto di una simile scelta, si può allora provare a calcolare cosa sarebbe successo a chi avesse optato per questa soluzione dopo il crac della Lehman Brothers nel settembre 2008. Ipotizziamo che il lavoratore al 31 agosto 2008, vigilia del crac Lehman Brothers del 12 settembre 2008, avesse accumulato quote per un controvalore di 100mila euro, e che da settembre 2008 in poi, tutti i mesi abbia continuato a versare 250 euro al fondo pensione, per un totale di 34.500 euro. Al 28 febbraio scorso, il suo montante complessivo (risultante dalla rivalutazione delle quote iniziali, pari a 100mila euro, e dalla rivalutazione dei 34.500 euro versati negli 11 anni e 6 mesi) sarebbe ammontato a 199.954 euro. Se, però, dal dicembre 2008, vale a dire tre mesi dopo il crac Lehman Brothers, avesse deciso lo switch dal comparto bilanciato a quello azionario, il montante cumulato al 28 febbraio 2020 sarebbe ammontato a 235.071 euro. E questo malgrado i mercati finanziari abbiano toccato il minimo post crisi il 9 marzo 2009.

Stessa dinamica nel caso di un lavoratore aderente al 31 agosto 2008 a un comparto bilanciato obbligazionario. Al 28 febbraio scorso, il suo montante complessivo (risultante dalla rivalutazione delle quote iniziali, pari a 100mila euro, e dalla rivalutazione dei 34.500 euro versati negli 11 anni e 6 mesi) sarebbe ammontato a 178.064 euro. Se però dal dicembre 2008 avesse deciso lo switch dal comparto bilanciato obbligazionario a quello bilanciato, il montante cumulato al 28 febbraio 2020 si sarebbe attestato a 216.653 euro.

Non c’è alcuna garanzia che lo stesso risucceda nei prossimi 10-12 anni. Tuttavia le lezioni del passato, soprattutto per chi ha la possibilità di investire in modo costante negli anni, possono fornire delle interessanti idee di investimento sulle quali vale la pena riflettere, evitando però d'altra parte il rischio di scelte avventate o dettate dalla sola emotività e, dunque, meglio ancora se con il proprio consulente di fiducia.

Leo Campagna

13/4/2020

 
 
 

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