Come si distribuisce il carico IRPEF tra lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati

La scomposizione delle dichiarazioni dei redditi ai fini IRPEF 2019 per tipologia di contribuente rivela che il 53% delle imposte è versato dai dipendenti, un altro 28% è a carico dei pensionati e il 12% del gettito arriva da imprenditori, commercianti e professionisti: i risultati dell'ultimo Osservatorio curato dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

Michaela Camilleri

Nel 2020 gli italiani hanno dichiarato redditi per 884,484 miliardi di euro (4,53 in più rispetto all’anno precedente). Su questi redditi sono stati complessivamente versati ai fini IRPEF 172,56 miliardi di euro (al netto del bonus da 80 euro, di cui beneficiano ben 12.184.835 contribuenti, per uno sconto totale sull’IRPEF pari a 9,937 miliardi di euro), così ripartiti: 155,18 - pari all’89,93% del totale - per IRPEF ordinaria, 12,31 miliardi per l’addizionale regionale e 5,07 miliardi per l’addizionale comunale.

Tabella 1 – Dichiarazioni dei redditi ai fini IRPEF 2019 relative a tutti i contribuenti

Tabella 1 – Dichiarazioni dei redditi ai fini IRPEF 2019 relative a tutti i contribuenti

Fonte: Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 2021 dedicato alle dichiarazioni dei redditi ai fini IRPEF, 
Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

Ma come si distribuisce il carico IRPEF tra le diverse tipologie di contribuenti? Nell’ultima edizione dell’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 2021 “Le dichiarazioni dei redditi 2019 ai fini IRPEF e l’analisi delle imposte dirette e indirette per importi, tipologia di contribuenti e territori negli ultimi 12 anni”, il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali ha scomposto i dati per tipologia di contribuente sulla base del reddito prevalente (lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati e altri). Di seguito, nel dettaglio, i principali risultati emersi da questa ripartizione che, per completezza d’informazione, tiene conto della sola IRPEF ordinaria in quanto per le addizionali non sono disponibili dati sulla base del reddito prevalente.

 

Lavoratori dipendenti 

Su un totale di IRPEF versata netta di 155,18 miliardi (165,117 miliardi al lordo del bonus 80 euro), i lavoratori dipendenti ne pagano 92,212, che diventano però 82,275 al netto dell'effetto bonus: il versamento è in aumento rispetto allo scorso anno sia come importo (80,137 miliardi nel 2018) sia come percentuale rispetto al totale IRPEF ordinaria, in crescita dal 51,92% al 53,02%. Pur essendo poco meno di 19 milioni secondo i dati Istat, rappresentano più della metà dei contribuenti complessivi, pari a 21.464.818 su un totale di 41,526 milioni, e il 55,4% di quanti dichiarano redditi positivi (17,263 milioni su 31,161 milioni). Si può quindi affermare che la totalità dei lavoratori dipendenti contribuisce “fedelmente”.

Scendendo nel dettaglio delle classi di reddito, i lavoratori con redditi da 0 a 15.000 euro (8,2 milioni pari al 38,4% del totale dipendenti) non versano alcuna imposta grazie all’effetto del bonus, mentre all’estremo opposto i 15.135 contribuenti oltre 300mila euro di reddito dichiarato pagano un’imposta pro capite di 289.460 euro l’anno. I dichiaranti redditi da 15 a 20mila euro (2,965 milioni di individui) versano in media 2.150 euro e un ammontare d’imposta totale pari a circa l’85,25% di quanto versano i soli 15mila lavoratori con redditi oltre i 300mila euro. In altre parole, questi ultimi lavoratori, pari allo 0,071% dei contribuenti, pagano tasse per il 5,32% dell’IRPEF totale da lavoro dipendente, mentre il 38,4% - ovvero coloro che dichiarano redditi fino a 15.000 euro - ha un’imposta negativa. In generale, l’12,44% dei contribuenti lavoratori dipendenti paga il 58,44% di tutta l’IRPEF, mentre il 38,4%, come anticipato, non paga nulla, con un’imposta media pro capite addirittura negativa.

 

Lavoratori autonomi

In questa categoria rientrano gli imprenditori, i lavoratori autonomi con partita IVA e partecipanti in società di persone e assimilate. Se ne stimano circa 6,4 milioni, ma i dichiaranti sono 2.466.820, di cui 1.840.830 presentano redditi positivi. Il totale IRPEF pagata da questi lavoratori è pari a 20,65 miliardi di euro, cioè l’11,97% del totale del gettito 2019, pur rappresentando il 5,94% dei contribuenti.

Anche per questa tipologia di contribuenti è elevata la percentuale di chi dichiara redditi fino a 15.000 euro lordi l’anno (38,37% circa del totale) e paga un’IRPEF media di 460 euro, insufficiente per pagarsi la sola spesa sanitaria (nel 2019 pari a 1.930 euro pro capite). Il successivo 13,21% di autonomi con redditi tra 15.000 e 20.000 euro paga un’IRPEF media di 1.876, ancora insufficiente per coprire i costi della sanità per sé stessi e per la quota di persone a carico. In pratica soltanto il 48,42% degli autonomi, pari a 1.194.433 soggetti, paga imposte sufficienti a finanziarsi la sanità, mentre il restante 51,58% (non considerando i circa 2 milioni di irregolari che non risultano al fisco) è a carico di altri lavoratori. In questa categoria il livello di concentrazione delle imposte è il più elevato: il 48,42% dei contribuenti paga circa il 95% dell’IRPEF di categoria e addirittura il solo 32,92%, cioè quelli con redditi superiori a 29.000 euro, ne paga l’88,4% (contro il 37,2% dei pensionati e il 58,4% dei dipendenti). 

 

Pensionati

Nel 2019 i pensionati sono circa 16 milioni, di cui oltre 8 milioni con prestazioni integrate o totalmente a carico della fiscalità e dunque non soggette a imposizione IRPEF. I pensionati che presentano la dichiarazione dei redditi sono 13,5 milioni e quelli che pagano almeno un euro di IRPEF sono 10,535 milioni; per gli effetti della “no tax area”, pari a 8.000 euro, i pensionati con redditi fino a 7.500 euro (2.659.368) pagano un’imposta media di soli 45 euro l’anno.

Nel 2019 la categoria ha versato 46,87 miliardi di euro di IRPEF, pari al 28,4% del totale. Il 45,42% dei pensionati (contro il 43,68 della media relativa a tutte le persone fisiche) paga il 7,29% dell’IRPEF, mentre il 37,18% paga il 79,61% dell’intera IRPEF della categoria. La cifra più significativa è che il 54,58% dei cittadini pensionati dichiara ben il 92,71% di tutta l’IRPEF ed è anche autosufficiente in termini di spesa sanitaria con un’imposta media minima di 1.800 euro. 

 

I percettori di altri redditi

Si intendono i contribuenti che dichiarano redditi diversi da quelli fin qui esaminati, ad esempio redditi da fabbricati, domenicali e/o agrari, da rendite e plusvalenze finanziarie, ecc. Pur riguardando un discreto numero di dichiaranti, 4.088.771 (pari al 9,8% del totale), la categoria contribuisce in maniera marginale al versamento delle imposte con 5,378 miliardi euro, vale a dire il 3,3% del totale. 

Rispetto al 2018, questi contribuenti sono aumentati di circa 400.000 unità a seguito dei provvedimenti fiscali che hanno esteso i regimi agevolati, misure che in realtà non hanno portato a un aumento dei lavoratori (il totale autonomi e altri è diminuito di circa 38.000 soggetti) ma solo a una riduzione delle imposte versate (-2,69 miliardi di euro). Significativa la ripartizione per classe di reddito dove l’89,2% dei contribuenti dichiara redditi fino a 15.000 euro lordi e versa una imposta media di 169 euro. Peraltro, i contribuenti con un reddito superiore ai 300.000 euro pagano un’imposta media di 283.851 euro, più alta sia del totale delle persone fisiche (254.399) sia delle altre tipologie di dichiaranti.

Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali 

22/11/2021

 
 

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