Il DNA delle Fondazioni: erogazioni e supporto ai territori

Una gestione virtuosa di lungo periodo dei propri patrimoni e l'attività filantropica e di sostegno alle comunità di riferimento in differenti ambiti e settori fanno delle Fondazioni di origine Bancaria un vero e proprio valore aggiunto per tutto il Paese: un asset prezioso per la ripresa post COVID-19

Niccolò De Rossi

Partecipazione, responsabilità, pluralismo, condivisione, rilevanza: sono questi i valori che ho richiamato nel mio discorso di insediamento di un anno fa, quando l’Assemblea Acri mi ha affidato l’incarico di guidare l’Associazione in questo triennio. Oggi, come allora, ribadisco che questi valori continueranno a rappresentare la bussola che orienterà il cammino per affrontare le importanti sfide che ci attendono”.  E ancora, “i prossimi mesi saranno decisivi, affinché la “ripartenza” non sia una mera operazione di ristabilimento dello scenario precedente. Facendo tesoro della loro esperienza ormai quasi trentennale, le Fondazioni sono chiamate, insieme agli altri protagonisti della vita civile del Paese, a immaginare nuovi scenari per costruire comunità sempre più solidali, sostenibili e inclusive. Perché questa nuova crisi rischia di acuire le disuguaglianze nella nostra società e, se non interveniamo decisamente, il prezzo principale lo pagheranno, come al solito, i soggetti più deboli”

A distanza di quasi un anno, le parole del Presidente Acri Francesco Profumo in occasione della presentazione del Venticinquesimo Rapporto Annuale 2019, sono quanto mai attuali. Suonano infatti come un’effettiva presa di responsabilità per l’importanza che, ancora una volta,  avranno le Fondazioni di origine Bancaria per la coesione sociale del Paese e per la sua ripartenza. Ma non solo, perché le Fondazioni si distinguono anche per una sana e prudente gestione economica dei rispettivi patrimoni. A fine 2019 infatti, il patrimonio contabile complessivo delle Fondazioni di origine Bancaria segnava un +1,6% rispetto all’anno precedente per un valore di 40,3 miliardi di euro. È importante sottolineare, a conferma della bontà delle scelte di gestione, che a partire dal 2000 (anno di entrata in operatività della legge “Ciampi”), il valore contabile del patrimonio è cresciuto a un tasso medio annuo dello 0,6% seppur sperimentando due diverse fasi in cui le crisi finanziarie 2008/2013 hanno rappresentato un vero e proprio spartiacque per la dinamica dei rendimenti. 

È bene però ricordare che, a fronte di un patrimonio che non viene alimentato con nuovi conferimenti, nel periodo che va dal 2000 al 2019 e nonostante le difficoltà legate alle diverse crisi che si sono susseguite, le Fondazioni hanno erogato oltre 23 miliardi di euro e accantonato quasi altri 2 miliardi per l’attività erogativa futura. Dal punto di vista della gestione finanziaria, che come si diceva ha bisogno di essere particolarmente efficiente per consolidare e conservare il patrimonio fondazionale, vi sono due aspetti che più di altri è bene mettere in luce. Il ricorso alle gestioni patrimoniali si conferma in ridimensionamento, mentre l’investimento in quote di fondi comuni aumenta rispetto all’anno precedente. La crescita del peso dei fondi è da attribuire soprattutto alla tendenza, riscontrata tra le diverse Fondazioni, all’utilizzo di strumenti alternativi, anche se resta confermato il trend di riduzione della numerosità di fondi investiti, soprattutto in un’ottica di contenere i costi di gestione e aumentare la massa critica di investimento.

 

Attività erogativa e supporto ai territori

Prima di passare a esaminare più nel dettaglio l’entità dell’attività erogativa delle Fondazioni di origine Bancaria nel 2019, è utile evidenziare come vengono individuate le risorse che finanzieranno differenti ambiti e progetti, utile chiave di lettura per interpretare la decrescita rispetto all’anno precedente. La modalità di determinazione delle risorse da destinare all’attività istituzionale si fonda infatti sugli avanzi di gestione generati nell’esercizio precedente. È facile intuire quindi quanto un anno estremamente difficile dal punto di vista finanziario come il 2018 abbia generato anche ripercussioni sull’attività erogativa dell’anno successivo, per l’appunto il 2019. Nonostante la riduzione di circa l’11% a livello di importi e del 3,5% per numero di iniziative finanziate, le erogazioni del 2019 hanno superato i 910 milioni di euro per oltre 19.000 interventi. 

Nella figura che segue viene nel dettaglio riportata la distribuzione degli importi erogati nell’anno in analisi distinti per settore di intervento. Il Rapporto concentra in particolare la sua analisi sui sette principali ambiti e settori di intervento che da sempre risultano prioritari nell’attività delle Fondazione e che infatti nel loro insieme ricevono l’88% del totale erogato dalle Fondazioni. Nonostante il calo evidenziato per i motivi citati, al primo posto della graduatoria per importi erogati si conferma il settore Arte, Attività e Beni Culturali che da solo assorbe oltre il 26% delle erogazioni. Con il 14,5% e il 14,3% rispettivamente, si posizionano al secondo e terzo posto di questa virtuosa classifica il settore “Volontariato Filantropia e Beneficienza” e quello riferito a “Ricerca e Sviluppo”.

Figura 1 - Distribuzione degli importi erogati nel 2019 per settore di intervento
(milioni di euro)

Figura 1 - Distribuzione degli importi erogati nel 2019 per settore di intervento (milioni di euro)

Fonte: Venticinquesimo Rapporto Annuale, anno 2019, Acri

Anche se i tre ambiti hanno beneficiato di minori erogazioni, questi stessi settori hanno registrato, nel 2019, un forte incremento dell’incidenza sul totale, testimoniando quanto siano al centro dell’attenzione e della visione di territorio delle differenti Fondazioni, cubando oltre il 50% delle risorse totali erogate. Segue al quarto posto con il 10% circa il settore “Assistenza sociale” che come ogni anno risente però della separata rilevazione statistica del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile che imputa a quest’ultimo risorse che in via generale sarebbero conteggiate nell’assistenza sociale. Chiudono infine “Educazione, Istruzione e Formazione” (9,8% delle erogazioni), “Sviluppo Locale” (9,7%) e “Salute Pubblica” (3,3%), quest’ultimo tra i settori maggiormente penalizzati dalla riduzione erogatoria del 2019 con una riduzione di quasi il 35% dell’ammontare dei contributi.

In attesa di leggere i dati che forniranno un quadro più chiaro dell’operato condotto durante un anno difficile e drammatico come quello della pandemia, una considerazione è possibile farla: il sostegno che da sempre forniscono all’intero Paese attraverso le differenti attività, soprattutto in ambito sociale, è un asset che troppo limitatamente viene portato all’attenzione dell’opinione pubblica ma che, anche silenziosamente, è sempre dalla parte dei più deboli, quelli più esposti alle conseguenze delle crisi.

Niccolò De Rossi, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali 

16/6/2021

 
 

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