AAA educazione finanziaria e previdenziale cercasi

Tra i tanti malanni di cui soffre il Paese e che attendono una cura continua a esserci la mancanza di educazione finanziaria soprattutto tra più i giovani: una lacuna che genera non pochi problemi in termini di risparmio individuale e adeguata pianificazione del proprio futuro (anche previdenziale)

Niccolò De Rossi

Nonostante le varie iniziative che negli ultimi anni sono nate per tentare di sensibilizzare e creare percorsi concreti per aumentare l’educazione finanziaria soprattutto tra i più giovani, i risultati stentano a vedersi. La tesi che i nostri giovani abbiano una minor propensione ad apprendere i concetti base dell’economia cozza notevolmente con le evidenze di tutti i giorni, che vedono invece connazionali rappresentare l'Italia occupando posizioni strategiche e di estrema rilevanza anche all’interno di organi internazionali di ambito economico. Ma allora dove sta il problema? 

Leggendo i risultati dei test PISA 2018 (Programme for International Student Assestment) sulle competenze finanziarie dei giovani, tra cui quelli italiani, emergono ampie differenze tra i vari Paesi e per l’Italia, come succede ormai da diversi anni, si addensano molte nubi. In particolare, e in riferimento alla limitata efficacia delle strade finora intraprese, c’è un dato che su tutti gli altri testimonia la grave situazione: se rispetto al 2012 il punteggio relativo alle conoscenze finanziarie dei giovani di 15 anni (è l’età utilizzata per la ricerca) migliora, lo stesso dato risulta invece in peggioramento rispetto al 2015 e, in entrambi, i casi è comunque inferiore alla media OCSE. Ciò testimonia quanto cammino ci sia ancora da fare, quanto le misure adottate non stiano dando i frutti sperati e quanto invece ci sia bisogno di una riflessione a più ampio raggio, che non coinvolga solamente i più giovani. A tal proposito infatti la ricerca ci dice che, e qui il dato è comune a tutti i Paesi interessati, che il 94% degli studenti afferma di aver appreso dai genitori le proprie conoscenze finanziarie. Come è noto però la cultura e la conoscenza finanziaria non è molto diffusa anche tra le fasce più adulte della popolazione, dove si stenta ad arrivare a livelli soddisfacenti anche sui concetti di base, quali la relazione tra rischio e rendimento, tasso di interesse, inflazione o, ancor più banalmente, la diversa rischiosità che presenta un’azione da un’obbligazione. 

La combinazione di tutti questi fattori porta ad avere una popolazione estremamente impreparata non solo sugli aspetti più approfonditi di come approcciare il mondo degli investimenti, ma più semplicemente nella quotidiana gestione delle proprie finanze, del proprio risparmio e del proprio patrimonio. Raggiungere una sufficiente conoscenza di base di economia e finanza non deve infatti essere vista come la strada per conseguire chissà quali risultati, molto spesso legati in modo troppo stretto alla disponibilità di capitale investibile e quindi appannaggio di pochi, ma deve essere il punto di partenza per saper gestire al meglio il proprio reddito, il risparmio accumulato durante l’intera vita lavorativa, o anche solo per pianificare spese presenti e future. 

I numerosi cambiamenti che interessano oggi le maggiori economie mondiali come invecchiamento della popolazione, precarizzazione del mercato del lavoro, bassi livelli reddituali e carriere discontinue finiscono per divenire elementi difficilmente gestibili se non si apprendono sin da giovani alcuni concetti utili a gestire al meglio le proprie finanze. La previdenza complementare ad esempio potrebbe essere lo strumento che meglio si adatta alle esigenze di una grande maggioranza di persone, anche di coloro che masticano poca finanza. A maggior ragione se nel pensiero comune, soprattutto dei più giovani, ormai la pensione - spesso erroneamente - viene vista e percepita come un momento estremamente lontano e a riferirsi pessimisticamente con frasi come “tanto io la pensione non la prenderò mai”. Parlare di previdenza complementare anche e soprattutto ai più giovani significa allora gettare le fondamenta per creare una consapevolezza su ciò che finanziariamente può essere utile fare per preservare il proprio tenore di vita negli anni. 

Senza entrare nello specifico funzionamento delle varie forme di previdenza integrativa esistenti (contrattuale, fondo aperto o PIP), vale la pena ricordare che questi possono rappresentare una delle migliori soluzioni per investire parte del proprio capitale e avere al contempo una forma di risparmio adeguatamente remunerata. La possibilità in particolare di aderire e contribuire a un fondo pensione porta con sé più di qualche vantaggio. In primo luogo c’è quello fiscale, derivante dall’intera deducibilità dei contributi versati fino a un massimo annuo di 5.164,57 euro, nonché di vedere applicata un’imposta sostitutiva del 20% su interessi e plusvalenze realizzate anziché del 26%. Inoltre, la contribuzione alla previdenza complementare, che è tipicamente effettuata durante l’intera vita lavorativa e oltre, consente di accedere a un versamento del risparmio dilazionato nel tempo, eliminando eventuali barriere di size di ingresso che altri strumenti presentano. Le varie linee di investimento presenti all’interno dei fondi pensione consentono inoltre di soddisfare la personale propensione al rischio nonché le diverse esigenze che cambiano nei vari momenti della vita.

Proprio quest'ultimo elemento fornisce lo spunto per ricollegarsi all’importanza di diffondere una buona conoscenza finanziaria di base. Infatti le scelte del profilo di investimento spesso risultano poco efficienti in base alle caratteristiche dell’individuo. Un giovane aderente a un fondo pensione, ma il discorso può essere esteso a qualsiasi altro strumento di risparmio/investimento, dovrebbe prediligere profili di investimento caratterizzati da una composizione azionaria elevata. Questo perché, avendo davanti a sé un periodo molto lungo di contribuzione, può beneficiare del maggiore rendimento nel lungo periodo del mercato azionario e poter al contempo colmare eventuali perdite accumulate nel breve periodo. Allo stesso modo, un aderente che è prossimo all’età della pensione dovrà rimodulare la propria esposizione al rischio propendendo verso linee di investimento poco rischiose o garantite per preservare il capitale accumulato nel tempo, mantenerne il valore e non rischiare di vanificare il percorso compiuto. Alla base della scelta però è indispensabile un minimo di preparazione, conoscere quei pochi concetti di base che consentiranno di valutare le possibili opzioni di risparmio/investimento a disposizione di ciascuno.

In definitiva, educazione finanziaria e previdenziale possono rappresentare le due facce della stessa medaglia. Sensibilizzare i più giovani a questi due temi renderà possibile avere un Paese finanziariamente preparato e non più fanalino di coda nelle classifiche internazionali sul tema.

Niccolò De Rossi, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali 

10/6/2020

 
 

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