I PEPP e la Capital Market Union: quale relazione possibile?

I PEPP sono da considerarsi parte dello sforzo che l’UE sta facendo per affrontare in modo coordinato le sfide di lungo termine: quali, in particolare, le possibili connessioni con gli obiettivi della Capital Market Union e con le nuove riflessioni in tema di transizione verso un’economia sostenibile? 

Alessandra Franzosi

La proposta di Regolamento per l’introduzione dei PEPP (Pan European Personal Pension), ovvero di prodotti pensionistici individuali pan-europei, elaborata dalla Commissione Europea è ormai in dirittura d’arrivo. Il consenso presso il Parlamento Europeo è crescente ed è ragionevole ritenere che introduca i PEPP prima del suo scioglimento nella Primavera del 2019. Si tratta di un’iniziativa di rilievo in quanto parte dello sforzo che l’Europa sta facendo per affrontare in modo coordinato le sfide di lungo termine, quali l’invecchiamento della popolazione e la necessità di transizione verso un sistema di welfare sostenibile.

Il mercato pensionistico europeo è il secondo più grande al mondo e nel 2016 gli asset totali dei fondi pensioni superavano i 6 miliardi di euro. Rappresentano però solo 30% del PIL Europeo, rispetto al 79% negli Stati Uniti. Il gap pensionistico è particolarmente accentuato nei Paesi Europei periferici, quali quelli dell’Est, o per le generazioni più giovani caratterizzate da maggior mobilità cross border e da vite lavorative meno continuative. I PEPP sono un possibile strumento, concepito soprattutto per colmare tali gap. In particolare, il tema della portabilità cross border deve ritenersi uno dei principali motivi dell’iniziativa, nell’ottica di una maggiore integrazione del mercato unico anche sotto il profilo dei trattamenti previdenziali per i soggetti che si trovino, nel corso della loro carriera, a prestare la loro opera professionale in più Stati membri e che, attualmente, devono spesso ricorrere a prodotti per la previdenza complementare sottoposti a discipline diverse, in differenti giurisdizioni.

La proposta intende consentire a un'ampia gamma soggetti di offrire i PEPP (banche, assicuratori, gestori patrimoniali, fondi pensione professionali, società di investimento) e garantire parità di condizioni.

Il PEPP potrebbe essere fornito online, compresa la consulenza, e non richiederebbe una rete di filiali, consentendo un più facile l’integrazione del mercato cross border. Le regole sul passaporto aiuterebbero i fornitori a entrare in nuovi mercati nazionali. La standardizzazione delle caratteristiche chiave dovrebbe anche ridurre i costi dei fornitori e aiutarli a raccogliere i contributi dai diversi mercati nazionali al fine di convogliare le attività in investimenti a livello UE.

La flessibilità rispetto ad altre caratteristiche, come le condizioni per l'accumulo di contributi pensionistici, è intesa a consentire ai consumatori di beneficiare degli incentivi fiscali nazionali disponibili nel loro Stato membro di residenza, a condizione che i prestatori adeguino i PEPP ai criteri nazionali per gli incentivi fiscali. Al fine di incoraggiare gli Stati membri a concedere sgravi fiscali sul PEPP, la Commissione ha adottato una raccomandazione sul trattamento fiscale dei prodotti pensionistici personali, compreso il prodotto di pensione personale paneuropeo, insieme a questa proposta.

Per quanto riguarda gli investimenti, infine, i consumatori potranno scegliere tra un'opzione di investimento di default sicura e opzioni alternative con diversi profili di rischio-rendimento. I consumatori trarranno vantaggio dalla portabilità in tutta l'UE, dalla piena trasparenza dei costi del PEPP e dalla possibilità di cambiare fornitore (con costi di commutazione limitati).

È un’iniziativa che accende un vivace dibattito rispetto al quale, al di là dei seppur rilevanti dettagli, sembra necessario sottolineare soprattutto un aspetto. Al fine di raggiungere i benefici che ci si propone è importante che i PEPP si affianchino in modo complementare e in alcun modo non alternativo ai regimi nazionali esistenti, dando la possibilità di creare una pensione integrativa con valenza europea. Soprattutto in quei Paesi con sistemi pensionistici di secondo e terzo pilastro ben avviati, non vanno infatti vanificati gli importanti sforzi fatti, anche in tema di costituzione di credibilità presso i potenziali aderenti.

Altrettanto interessante, anche se per ora poco oggetto di riflessioni, ci sembra la necessità di creare ‘connessioni’ più esplicite tra i vari interventi della Regolamentazione Europea dedicati a affrontare le sfide di lungo periodo. I PEPP devono essere dunque concepiti in modo da creare un allineamento ad esempio con gli obiettivi della Capital Market Union (CMU) e con le nuove riflessioni in tema di transizione verso un’economia sostenibile (HLSEG, High Level Working Group on Sustainable Economy). Solo integrando tutti questi aspetti si massimizzano le possibilità di ottenere i risultati sperati.

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Già nel piano d'azione sulla CMU, del 2015, la Commissione aveva affermato che un sistema di previdenza europeo avrebbe potuto fornire un livello adeguato di protezione dei consumatori che i fornitori di pensioni avrebbero potuto potenziare l’offerta di prodotti attraverso l'Unione Europea. Ma un più ampio mercato europeo di prodotti previdenziali sosterrebbe anche gli investimenti nell'economia reale.

Il Parlamento europeo, per parte sua, nella risoluzione del 19 gennaio 2016, ha espresso preoccupazione per la mancanza di investimenti adeguati (in ottica di lungo termine) e per la disponibilità di prodotti di risparmio adeguati ed efficienti in termini di costi di transazione e protezione per i consumatori. Ribadendo la necessità di diversità nelle scelte degli investitori e dei consumatori, il Parlamento europeo ha sottolineato come occorra promuovere un ambiente che stimoli l'innovazione dei prodotti finanziari, crei più diversità e benefici per l'economia reale, fornisca maggiori incentivi per gli investimenti e che possa anche contribuire alla fornitura di pensioni adeguate, sicure e sostenibili, come, ad esempio, lo sviluppo di un prodotto pensionistico paneuropeo (PEPP), con un quadro trasparente e semplice.

In seguito al supporto ricevuto anche da parte del Consiglio, la Commissione ha elaborato nel giugno 2017 la proposta attualmente in discussione.

I PEPP possono dunque rappresentare un’opportunità per rafforzare la CMU, con un impatto positivo per l’economia reale. Ciò può essere realizzato prevedendo che le risorse raccolte siano investite secondo il principio della “persona prudente”, evitando Regole di Investimento restrittive nella scelta dell’asset class e includendo la possibilità di investire in strumenti alternativi, al fine di soddisfare i diversi profili di rischio dei risparmiatori. In tal modo i PEPP si possono configurare come uno strumento in grado di canalizzare capitale verso investimenti con un orizzonte temporale a lungo termine, incrementando l’efficienza e la liquidità dei mercati dei capitali supportando in ultima istanza la crescita economica dell’Unione. 

Nel medesimo modo, i PEPP possono rappresentare anche uno strumento in grado di supportare la transizione verso investimenti sostenibili, aspetto importante tenendo in considerazione l’aumento della sensibilità verso criteri ESG degli investitori. Il dibattito sugli investimenti sostenibili sviluppato in senso all’High Level Working Group può trovare anche presso i PEPP attuazione e un rafforzamento reciproco.

Alessandra Franzosi, Borsa Italiana

 

9/5/2018

 
 
 

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