Fondi pensione aperti, l'attuale crisi dei mercati ricorda quella del 2008

L'emergenza da nuovo coronavirus ha quasi inevitabilmente condotto i mercati finanziari verso un'impennata della volatilità: l'esperienza del 2008 insegna però agli aderenti alla previdenza complementare l'importanza di non farsi prendere dal panico

Leo Campagna

Nel mese di febbraio, la performance media dei 309 comparti dei fondi pensione aperti censiti dal Comparatore dei Fondi Itinerari Previdenziali si è attestata al -1,7%. Risultavano in positivo quella a un anno (+3,9%), quella a due anni (+3,1%) e quella a tre anni (+4,9%). 

I nav di fine febbraio consentono di tracciare un primo bilancio degli impatti della diffusione del coronavirus al di fuori della Cina sui mercati finanziari e, in parallelo, sulla gestione dei fondi pensione aperti. Tuttavia, la pur considerevole caduta di fine febbraio è di portata nettamente inferiore rispetto all’ampiezza della correzione sperimentata nelle prime due settimane di marzo. Basti pensare che, mentre tra il 19 e il 28 febbraio l’indice Eurostoxx ha lasciato sul parterre il 13,4%, tra il 3 e il 12 marzo la caduta è stata del 23,5%.

Non sappiamo come proseguirà nelle prossime settimane. Molto dipenderà dall’evoluzione del contagio in Europa e, probabilmente, negli Stati Uniti. E altrettanto dipenderà dalle decisioni in tema di politiche monetarie e fiscali che saranno mese in campo: è però quasi certo che questa volatilità proseguirà per parecchio tempo, come accadde nel 2008 dopo il crac della Lehman Brothers nel settembre 2008. Allora il VIX, l’indice che riflette in modo sintetico la volatilità attesa dell’S&P 500 di Wall Street, passò da 25 (valore al 12 settembre 2008, alla vigilia del crac) a quota 89,5 (massimo del 24 ottobre 2008) per poi ritornare lentamente a 25 soltanto nel giugno 2009. Stavolta il VIX è passato da 15,5 (20 febbraio 2020) a 49,48 (massimo del 28 febbraio) per poi balzare fino a quota 77,57 (massimo del 12 marzo). 

Questa improvvisa impennata della volatilità testimonia in modo plastico la sensazione di panico e di massimo sbandamento che stanno vivendo i mercati e i risparmiatori di tutto il mondo. Non sappiamo se e quando i mercati troveranno un punto di "minimo" ma, da quel momento, ripartiranno come lo farà l’economia di tutto il mondo. "Restare investiti" e versare mese dopo mese i propri contributi nei fondi pensione aperti permette di acquistare un numero maggiore di quote che nei prossimi anni consentiranno di realizzare delle plusvalenze. Esattamente come accadde ai tanti lavoratori che, nel 2008, vissero la ‘tremenda’ esperienza di vedere crollare il valore del capitale accumulato ma che, a distanza di anni, hanno potuto poi contare su importanti rivalutazioni del capitale accumulato per la propria pensione complementare.

Leo Campagna 

27/3/2020 

 
 
 

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