Le Casse di Previdenza ieri, oggi e domani

Non solo previdenza, ma welfare a 360 gradi passando dal sostegno alla professione durante la crisi da COVID-19 alla salute e alla famiglia. Così le Casse professionali diventano veri e propri enti polifunzionali in grado di rispondere alla dinamicità dei bisogni degli iscritti: le evidenze tratte dal Secondo Rapporto AdEPP sul Welfare

Michaela Camilleri

La seconda edizione del Rapporto AdEPP sul Welfare, presentato lo scorso 22 ottobre in occasione degli Stati Generali della Previdenza dei liberi professionisti, si è inevitabilmente arricchita di un focus sulle misure di welfare ad hoc intraprese dalle Casse professionali per fronteggiare la crisi innescata dalla pandemia da COVID-19: dall’anticipazione dell’indennità di 600 euro (poi elevata a 1.000 euro) allo slittamento dei termini per il pagamento dei contributi previdenziali, dall’erogazione di contributi specifici a favore degli iscritti in difficoltà al sostegno per l’accesso al credito. Tutte le Casse hanno, altresì, offerto presidi di prevenzione e servizi diagnostici (tamponi e test sierologici), molte hanno ampliato i servizi sanitari già esistenti estendendo, per esempio, la copertura assicurativa oppure offrendo prestazioni sanitarie a distanza come i servizi di consulto medico o psicologico. In termini economici, tali misure si sono tradotte in una spesa sostenuta dal sistema AdEPP di oltre 370 milioni di euro.

Figura 1 – Numero di Casse professionali che erogano misure di welfare emergenziale 

Figura 1 – Numero di Casse professionali che erogano misure di welfare emergenziale

Fonte: Secondo Rapporto AdEPP sul Welfare

Accanto a queste misure di carattere emergenziale, le Casse hanno portato avanti iniziative in grado di cogliere i mutamenti del mercato del lavoro tramite, ad esempio, l’attivazione di corsi di formazione e aggiornamento e di servizi per favorire l’accesso ai fondi europei o lo sviluppo di attività promozionali. Si tratta del cosiddetto “welfare attivo”, finalizzato all’empowerment dei liberi professionisti accrescendone conoscenze e competenze personali e puntando sul lavoro e sulla formazione. Come ben evidenziato dalla Presidente ENPAB Tiziana Stallone nel corso della presentazione del Rapporto, visibilità, formazione trasversale e soft skill, sinergie, partenariati e fondi europei sono i punti cardine di tale “potenziamento”.

Nel tempo, accanto agli interventi di welfare attivo, si sono via via sviluppate anche misure di “welfare assistenziale e strategico”, declinabile come prestazioni a sostegno della salute, della famiglia, della professione e dell’accesso al credito. Solo per citare qualche esempio, le Casse offrono ai propri iscritti e ai familiari offrono un’assistenza di tipo economico per coloro che si trovano in stato di bisogno, malattia o invalidità; vengono garantite prestazioni alle neo-mamme, assegni per l’interruzione di gravidanza e interventi in favore di portatori di handicap, nonché sussidi per le spese dell’asilo nido o babysitter e per il pagamento di rette in case di riposo. Con la pandemia, inoltre, i liberi professionisti si sono dovuti adattare all’utilizzo delle piattaforme digitali, e le Casse, intercettando questa tipologia di bisogno, hanno stipulato convenzioni ad hoc per permettere agli iscritti di sostenere le spese per stipulare contratti di affitto non solo dello studio, ma anche di spazi di co-working e acquisto di nuove attrezzature.

Figura 2 – Numero di Casse professionali che erogano misure di welfare strategico legato alla professione 

Figura 2 – Numero di Casse professionali che erogano misure di welfare strategico legato alla professione

Fonte: Secondo Rapporto AdEPP sul Welfare

Infine, per quanto riguarda l’accesso al credito, merita di essere menzionato il “Protocollo d’intesa per l’accesso al credito dei liberi professionisti iscritti all’AdEPP” sottoscritto con Cassa Depositi e Prestiti nel dicembre 2019 in sinergia con il Fondo PMI.

La fotografia che il Rapporto restituisce è quella di un sistema che posto di fronte alle profonde trasformazioni demografiche ed economiche in atto, accentuate dalla recente emergenza sanitaria, si è attrezzato per mantenersi al passo con i tempi e rispondere ai nuovi bisogni degli iscritti. Come già documentato anche dal Primo Rapporto sugli enti istituiti con d.lgs. 103/1996 – Vent'anni di previdenza privata curato dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, si conferma e si allarga all’intero universo delle Casse di Previdenza - pur con le specificità di ciascuna - il progressivo ampliamento dell’orizzonte di attività con un approccio sempre più polifunzionale al welfare: non più la sola sfera previdenziale (la cui tutela rimane comunque l’obiettivo principale di questi soggetti), ma anche la dimensione professionale, sanitaria e familiare dell’iscritto diventa oggetto di prestazioni e servizi. Tanto che degli oltre 8 miliardi erogati per prestazioni previdenziali e assistenziali, 509 milioni di euro sono stati destinati alle azioni di welfare.

Le ampie possibilità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che si colloca all’interno del Next Generation EU, fanno sì che l’attività delle Casse professionali si arricchisca di un’altra tipologia di welfare, che nel citato Rapporto prende il nome di “welfare di visione”, attraverso politiche in grado di cogliere i mutamenti del mercato del lavoro e le ripercussioni sulle libere professioni, con un’attenzione particolare ai giovani e all’universo femminile, alla sostenibilità, alla multidisciplinarietà e alla solidarietà.

Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali 

2/11/2021

 
 

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