PIP, nel 2019 le migliori performance degli ultimi 10 anni

Il 2019 si è rivelato un anno piuttosto favorevole per le diverse forme pensionistiche complementari e i PIP non hanno fatto eccezione: gli aderenti alle unit linked azionarie e bilanciate farebbero però bene a mettere in conto per il prossimo futuro la concreta possibilità di performance meno brillanti  

Leo Campagna

Con il 2019, i mercati hanno archiviato un anno in cui le performance si sino spinte al di là delle più rosee aspettative. L’indice MSCI world delle Borse mondiali, per esempio, il 18 dicembre segnava un rialzo del +27,7% in euro da inizio anno, mentre l’indice JPMorgan dei titoli di Stato dei governativi internazionali mostrava un rialzo del  +8,4%. 

Un contesto favorevole anche alle diverse forme di previdenza complementare, soprattutto le linee a maggiore inclinazione alle asset class di rischio. Tra queste le unit linked collegate ai PIP che, storicamente, evidenziano un maggior numero di comparti a indirizzo bilanciato e azionario rispetto sia ai fondi pensione aperti e sia, soprattutto, ai fondi pensione negoziali.

Nei primi 11 mesi di quest’anno, la performance media delle unit linked collegate ai PIP censiti nel "Comparatore dei Fondi" di Itinerari Previdenziali si è attestata al +14,1%. Si tratta del livello di rendimento medio più elevato registrato nei primi 11 mesi negli ultimi 10 anni: ben al di sopra di quello del 2011 (+11,2%), del 2012 (+9,7%) e del 2013 (+9,3%), e oltre il doppio di quanto ottenuto nel 2015 (+6,8%) e nel 2014 (+6,5%).

Guardando alle statistiche del passato, va però anche rilevato che, dopo l’eccellente risultato del 2009 (materializzato dopo il crollo dei mercati finanziari del 2008), i rendimenti medi delle unit linked dei PIP si posizionarono nel 2010 a un più modesto +1,8%. Nessuno può sapere cosa succederà nel 2020. Tuttavia, osservando i tassi di interesse a zero, e in molti casi in territorio negativo, e le valutazioni azionarie che oscillano su livelli certamente non economici rispetto al passato in termini di rapporto prezzo-utili, è evidente che i margini per ulteriori apprezzamenti delle asset class più esposte al rischio si è ridotto in modo significativo. 

Come dire che gli aderenti alle unit linked azionarie e bilanciate farebbero bene a mettere in conto per il 2020 aspettative di performance di più basso profilo, dimenticando lo straordinario 2019.

Leo Campagna 

10/1/2010

 
 

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